Ugo Foscolo
Ajace

ATTO QUINTO

SCENA SESTA Tecmessa, Calcante, Teucro, Ajace, Guerrieri

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SCENA SESTA

Tecmessa, Calcante, Teucro, Ajace, Guerrieri

CALCANTE

È perduto! — e ogni soccorso è vano.

AJACE

Dal suol ripiglia il ferro tuo... mi svena,

O fratricida; e nell’onde il mio figlio

Insegui, e sovra il padre suo lo svena.

AJACE (di dentro)

O morte!... amara or sei... ah!

TECMESSA

Ahi! chi t’uccide,

O sposo mio?

CALCANTE

Deh!... statti...

TECMESSA

Ohimè! sul brando

Si sorregge e vacilla. — O Ajace mio

Vieni; sul petto mio spira... io ti seguo.

AJACE

Ah!... — del mio cor la via... non trovò il ferro...

E a tanto lutto or qui rimani... — L’elmo

Lasciami, armato io morirò... Il mio scudo

Serba al mio figlio... ah!... non obblii ch’è mio

Figlio... ma troppo nol rammenti... — E dove

Mi posi tu?... Questo è d’Atride il seggio.

TEUCRO

a me un guardo rivolge... O mio fratello,

Non esecrarmi! laverò col mio

Sangue le tue ferite; io che t’uccisi

E per salvar gl’ingrati Achei.

AJACE

Gli hai salvi?

Tu!... o mi deludi anche sull’urna?... or dove

Eri?... e quai genti ti seguian?

TEUCRO

Gran turba

Di prigioni, e d’Ulisse eran le squadre.

Meco ei dovea sul monte Ida mostrarsi

A sviar verso noi l’armi nemiche

Mentre alle rocche tu coGreci avresti

Dato l’assalto.

AJACE

Ah!... Ben nell’empia pugna

Pochi scontrai degli Itacensi.

TEUCRO

Attesi

Invan sino alla prima ora notturna

L’armi d’Ulisse: e mentre io dubitando

Di sue promesse, già volea dar volta,

Gran stuol d’armati traversò la selva

Tacitamente. Eran novelli ajuti

Che a’ Dardani guidava il Licio Sire.

Pugnai: fuggí Glauco ferito; e i suoi

Dall’ombre esterrefatti e dall’assalto

Si arresero. Io tornava. A sommo il monte

Da’ precursori miei seppi che il campo

Si congregava in ordinanza; e tutti

Unirsi a’ miei vidi i guerrier d’Ulisse.

Ei lor duce mi fea, poi che la pugna

Il venir gli contese; e che in agguato

Stessi a infestar l’oste nemica a tergo,

Che a guerreggiarvi dalle porte uscia. —

Sicura io tenni la vittoria e conscio

Te Ajace mio, del loco ond’io pugnava,

Ch’io fin d’jer t’inviava a darti avviso

Medonte nostro. A mezza via sul lito

Mel l’onde a’ piedi; a mezza via

Fu trucidato e in mar sospinto...

AJACE

O quanti

Fedeli amici... io trassi meco... a morte!

TEUCRO

Spesso l’afflitta mia mente presaga

Mi consigliò il ritorno. Ah tardi io mossi

Poi che m’accorsi dell’incendio. Vidi

Che pria distormi dal congresso volle

Il traditore; e quando arse la rissa

Mandò i guerrieri e t’impedí il soccorso.

Mentr’io già tocco il vallo, gl’Itacensi

Il mio drappel trafiggono alle spalle.

E con le guardie Argive Ulisse a un tempo

Precorre il campo, e m’investe. Indifeso

Cado ed oppresso, e te invocando, o Ajace.

Frattanto i Licj prigionier cogliendo

I nostri dardi, tentano la fuga;

Li cinge Ulisse, e a’ popoli che omai

Accorrean con gli Atridi: «Ecco, gridava,

Ecco quali armi il traditor notturno

Traea contro voi tutti» — Gl’Itacensi

La calunnia ripetono, e la plebe

Liberatore Ulisse acclama; e tolte

L’armi d’Achille dall’altar, ne veste

Quel traditor, che anelante ed esangue

Non domo ancor dalle ferite esulta.

CALCANTE

L’empio nei nembi ravvolgete, o venti!

Deserta il pianga la sua casa! all’empio,

O mari, le carpite armi togliete!

Recatele alla sacra urna d’Ajace!

AJACE

Al tuo fratel gl’iniqui dubbii, o mio

Teucro, perdona... reggimi, Tecmessa,

Ch’io l’abbracci. — O fratello!... io non ti lascio

Esecrandoti... io piú vile non moro...

E tu sei salvo.

TEUCRO

Mi togliea dall’empie

Spade il sire de’ Locri; ei la tua fama

Difende ancor... e il delirante volgo

Disingannar solo potea Calcante.

Ma qui, mia scorta il trassi... ohimè! salvarti

Piú non poss’io. — O Salamini, o soli

Di tanti forti, o sciagurati avanzi,

Chi piú vi resta omai? viver degg’io?

Morite almen col nostro re; struggete

La tenda e il trono del tiranno.

CALCANTE

O figlio!

Qui i tutelari Dei stanno e le leggi

Del popol nostro; il popolo a piú atroci

Colpe strascini...

AJACE

Ah! il civil sangue... basti,

O Teucro,... teco ogni sostegno a questa

Donna rapisci e a’ tuoi... Vano è il tuo brando

Se sta ne’ fati che d’Atreo la stirpe

Regni... — Io manco... addio, Teucro... su questa

Tremante destra... e questo estremo priego

Reca al duce de’ Locri — O Teucro giura

Che lascerai le mie vendette... al cielo...


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