Ugo Foscolo
Edippo

ATTO TERZO

SCENA 2a   EDIPPO, TESČO, TALETE, ARCADE.

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SCENA 2a

 

EDIPPO, TESÈO, TALETE, ARCADE.

 

TESÈO

Edippo,

Alta cagion vuol ch'io t'appelli.

 

EDIPPO

E quale?

 

TESÈO

Tosto l'udrai qui dal Tebano.

 

EDIPPO

Ohimè! Qual altra

Cura può trar qui di Creonte un messo,

Che a nuocer me non miri?

 

TESÈO

Agli agitati

Tuoi sensi alcun breve di calma or dona.

Odilo, prego.

 

EDIPPO

Or ben, ma senti, io dirti

Vuo' pria però che, se a parlar qui teco

Scendo, al voler non mio l'arrechi, ai preghi

Bensì del re.

 

TALETE

Grata a Tesèo, se grata

A te non vuoi, fia Tebe dunque – Or volge

Gran tempo Edippo, che ramingo...

 

EDIPPO

Franca

Vani racconti, a che ne vieni?

 

TALETE

Il regno,

Che i figli iniqui ti rapir, che l'avo

Per te si tien, vengo ad offrirti...

 

EDIPPO

È questa

Del tuo venir l'alta cagion? Pensato

Deh! chi s'avria che di Giocasta il padre,

L'industre, il solo eccitator di risse

Tra me ed i figli, or che null'uom s'arroga

Poter su Tebe, a me riserbi un trono,

Che sempre fu de' suoi pensier l'oggetto?

 

TALETE

Pensier più grave è il ben di Tebe...

 

EDIPPO

E tale

Forse era il , che me cacciava in bando?

 

TALETE

Creonte?

 

EDIPPO

Sì.

 

TALETE

Non i tuoi figli?

 

EDIPPO

I figli

Seguian lor fatoEntro le vene nostre

Scorreva non dissimil sangue, giusto

Era il lor odio, anzi minor di quanto

Aveami allor per ambo. Ma Creonte,

Che avea Creonte di comun col sangue

Della stirpe Cadmèa? Ch'altro mai l'arse

Se non talento d'assoluta possa,

O quando me cieco, cattivo indusse

I nepoti a cacciarmi fuor di Tebe?

O allor che forse d'Argo Polinice,

E 'l vecchio Adrasto, e in un Tidèo sospinse

All'eccidio di Tebe?

 

TALETE

Al ver t'apponi

Ei non vel trasse, ed i tuoi figli...

 

EDIPPO

A gara

L'uno blandir, l'altro istigar, far pompa

D'amistade, dividerli, tradirli,

Onde più certa s'appianar la via

Al trono, ecco Creonte.

 

TALETE

Oh se tal fosse

Or ben tel vedi, e i tuoi Tebani il sanno,

Ed io mel so, che in tutti i cuor, le bocche,

E dentro i lari, e sin ne' templi augusti

Altro che il tuo suonar nome non s'ode.

 

EDIPPO

Oh in altro suon ben più tremendo udrassi

un , mio nome; or va, che quanto io debba

Fede prestarmi all'arti vostre infami

Appien m'han dotto i tempi andati – A prova

Creonte e quanti abitator rinserra

Quella ingrata città, conosco. Io venni

Perciò ratto assai più, che l'età lunga

Speme, e forza men desseAlta ventura

Fu ben la mia d'esser qui giunto in tempo,

Sì che sfidar vostri pretesti or possa –

Tebe m'appella? Oh che sperar può Tebe

Da re proscritto?

 

TALETE

Averti in pregio, torti

Dalla tua somma povertade, ammenda

Far de' tuoi torti, locarti sul trono,

E vendicar...

 

EDIPPO

Deh, che no 'l fea pur dianzi?

A che per pegno di sua fede il ferro

Tinto dal sangue di Creonte in pria

Non mi mandava?

 

TALETE

Aspra vendetta farne

Potrai tu stesso in mezzo a' tuoi! Deh vieni,

Credimi, Edippo, v'hanno petti in Tebe,

E ferri pronti a vendicarti.

 

EDIPPO

Oh iniquo

Te quanto il tuo signor! Ma scerre ei mai

Altr'uom potea, che pari a lui non fosse?

In Tebe Edippo? Io ricalcar le infami

Strade di Tebe? Santi Dei, non ch'uomo,

Né il poter vostro unqua il saprebbe! Oh gioja,

Onde bearsi ornai può sol mio cuore!

Né troppo or duolmi esser vissutoTempo

Venne, e mai tardo è di vendetta il giorno!

Torna dunque a tua posta, e a lui che servi

Reca ch'io vivo, e assai più che nol crede

Noti mi sono i scaltri appigli, e 'l fine

Per cui vorria me a sua salvezza or pegno.

 

TALETE

Oh vedi a cui fero livor ti porta!

Esul tu fatto, e re senz'armi, ei cinto

Dai mille, qual da te potria temersi

Danno, se brama di regnar sol fosse

Sprone a sue voglie...

 

EDIPPO

O re, fa' ch'io non l'oda,

Ad Antigon mi rendi...

 

TALETE

E vorrai sempre

Negletto, e vil...

 

EDIPPO

Né al tuo garrir dai fine?

Me stolto, che t'udia!

 

TESÈO

De' tuoi rifiuti,

Del tuo tenace odio, nol niego, ingiusta

Omai mi sembra la cagion – Se Tebe

Cacciar te vide un , né contro i crudi

Nemici tuoi non sorse, il puoi tu a colpa

L'ascriver anzi che al terror, che l'armi

Di quei tuoi figli le infondean nel seno?

 

EDIPPO

Non il terror, al mal oprar sol duce

Era la rabbiaEternamente fitta

Nel cuor sarammi quella infausta notte,

Ov'io scacciato per le vie di Tebe

Udiami a prova e figli, e padri, e spose

Altamente appellar infame, e a morte

Dannarmi anzi l'esiglio, se Giocasta

Non feasi scudo al popolar tumulto

Or va, spargi il tuo sangue, e suda, e anela,

E su quell'idra, che plebe si noma,

Versa e profondi i doni tuoi, mercede

Poi ne corrai, qual non mertata io colsi.

 

TESÈO

Ampia mercé nel perdonar non trovi

Chi sé colpevol noma? O se vendetta

Brami tu, se non piena, in parte almeno

L'avesti già; lascia che il tempo intera

Poi la daratti – Ah d'altri sensi, Edippo,

Più generosi, e di virtù men fiere

Fa' pompa, e a' tuoi, e a Grecia, e al mondo apprendi

Che Edippo padre era dal re ben lungi.

 

EDIPPO

Io l'era sì – Ma passò tempo – A nullo

Mi torna ormai biasmo, né laude, o intera

M'aver vendetta, o niuna – Ma si parli

Or d'altro, o reDentro Colono io venni

Supplice, uman tu m'accogliesti, or serba

La tua promessa, la tua fe', difendi

Me dalle insidie di costui, Tebano.

Non io, siccome Polinice in Argo

A mendicar straniera possa, venni

Entro tua reggia, o per desìo di trarre

Comoda vita, il sai – Ben altro io chiesi,

Non ti stupir, è uomo il re, non bada

Giove ai diademi, a grado suo punisce

Gli error, le colpe assolve – Sia pur buono

Il cuor, che val Tesèo, se una tremenda

Irrefrenabil forza arbitra siede

Sul destin dei mortali? Il mio qual fora

Mel so, lascia ch'il segua

 

TESÈO

Appien seguirlo

Ovunque il puoi – Deh se pietà non senti

Del popol tuo, pietà di lei ti prenda,

Che patria, ed agi, e pace, e trono, e vita

Pose in non cale, onde alleviar tua sorte

Ah se a tal voce non t'arrendi, in petto

Hai d'adamante il cuor!

 

EDIPPO

Purtroppo, [...]

È ver tal voce al cor mi suonaSento,

Se duolo è in me, s'io son di duol capace,

Che per lei sola... Ah no, commetto al Cielo

D'Antigone la sorte, ei, che talvolta

Suol l'innocenza d'un benigno sguardo

Degnar, sottrarla alle sventure puote,

Per me nol posso.

 

TESÈO

Ah non v'ha dunque cosa,

Che a smuover te non valga? In te possente

L'odio fia più che la pietà di padre,

Che il ben de' tuoi? Dunque hai deciso...

 

EDIPPO

Ho fermo

Morire, anzi che trarmi a Tebe

 

TESÈO

Oh sempre

A te simil uom fero, cui né i mali,

Né l'età lunga ad ammollir non giunse!

Ma sia, che puote – A' tuoi Tebani scudo

Farommi, io sì; scegli: me presto a tutto

Avrai se cedi, ma se in tuo proposto

Persevri, io forza al mal tuo senno opporre

Saprò ben certo.

 

EDIPPO

Oh prodi inver voi tutti

Contro un vecchio cadente, inerme – Possa

So quanta è in te, quanta sia fede in Grecia

Ben mel sapea, che darla, e torla, e usbergo

Farsi a ragion suolsi tra voi, qualora,

Non ch'a profitto, a talento vi torna...

 

TESÈO

Franco tu parli, e insulti mesci...

 

EDIPPO

Insulti?

Oh rabbia! Insulto osi appellar tu il grido

Della pria data, e violata fede?

A che ricovro sull'alba mi davi

Per poi tradirmi all'annottar? Delitto

Qual m'ascrivi? Che feci? Addur tu quale

Ragion potrai, che per sé basti a torti

La macchia vil d'un tradimento?

 

TESÈO

Dirti

Potrei che nome a me mentivi...

 

EDIPPO

Or senti

Regale appiglio! Oh, s'il svelava a quale

Pena maggior, che egual per me non avvi,

Me allor dannavi, di'?...

 

TESÈO

Lungi da questi

Lidi...

 

EDIPPO

Deh a che nol fai? Lasciami, mezzo

A me non manca, onde sottrarmi al fero

Spettacolo di Tebe, e tal che intatta

T'avrai tu fama.

 

TESÈO

Invan t'opponi, basta;

Dal tempo spero, e dall'oprar mio prova

Avrai tu poscia se qual credi io fede

Rompa a mio senno – Oh potess'io vederti

Grande qual fosti, e qual merti felice! –

 

EDIPPO

La mia grandezza, il mio ben, la mia pace

Nel mio fato si stan – Lasciami, cessa

Di mercar scuse a' tuoi pretesti. Chieggo

Solo che trarre me tu faccia, e lasci

Libero alquanto colla figliaUdirla

M'è d'uopo or sommo – Al primo sol fors'anco...

Me... più... tranquillo rivedrai

 

TESÈO

Frattanto

In me t'affida, Edippo; oh guai se l'avo

Le promesse non serba, guai se Tebe

Osa altra volta la rubella fronte

Innalzar contro te, non sì furenti

Volvono i fiumi in sen del vasto Egèo

Quant'io da rabbia più ch'umana invaso

Volerei sull'infida, e tal vendetta

Ne farei, che fora ultima per Tebe.

 

EDIPPO

E la farai, lasso! ma allor dall'urna

Ergerò invano per vederla il capo!

 

TESèO

Vanne alla figliaIntero un giorno a scerre

Lascioti, e spero che più che i miei prieghi

L'alto suo pianto al tuo dover trarratti



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