Ugo Foscolo
Frammenti di un romanzo autobiografico

2.

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2.

 

Se….–

Conviene per altro ch'io mi faccia conoscere a tutti quelli che non mi conoscono. Io dunque sono uno strumento fatto per ogni tuono, e appunto appunto per modulare le transazioni.

Nel momento de' miei Addio un reggimento di Usseri trottava verso la Toscana. Il mio cavallo era normando di razza, di alta taglia, bajo dorato, coda all'inglese, ampio petto, gambe snelle, collo e testa marziale... e v'era da scommettere cento contr'uno che nelle prime campagne della guerra presente egli avesse avuto il nome, le funzioni e le qualità di Bajardo. Vero è ch'egli avea bisogno d'una valdrappa assai larga che gli coprisse la groppa; e se si deve credere alla cronologia de' cinque compratori che mi hanno preceduto, egli non contava che sedici anni.... più o meno..

Ma gli si leggeva per altro e nella fronte e nel portamento Storie de' prischi tempi e forti fatti; onde è naturale che il trottar degli altri cavalli gli abbia ridestato la memoria delle antiche battaglie, e il pizzicore di farsi apprezzare. Aggiungi la mia divisa militare, la mia lunga scimitarra, e un gran pennacchio che mi ondeggiava sopra il cappello....

Insomma il mio cavallo cominciò prima a corbettare e poi a gareggiare di trotto. Lo dirò? Mi sono in un momento passate dalla testa le care e meste memorie – io precedeva la cavalleria arieggiando il valor di Rinaldo, non parlando più ai colli di Bologna i quali ad onta de' miei saluti patetici non m'avrebbero mai dato risposta.… così almeno credo.

Perch'io reputo meno degenerata la schiatta de' cavalli che de' cavalieri. I nostri eroi stanchi delle strane avventure movono guerra, e vincasi per fortuna o per ingegno, all'opulenza e al piacere: ed offrono in tributo alle Dulcinee una parte della conquista. E qual Venere mai oserebbe appressarsi all'alloro se non sentisse da lungi l'odore del mirto intrecciato e lo splendore del...

Ma voi, signor generale, m'intendete senza ch'io vi annoj di più, e mi credete senza ch'io giuri. – Ve' nondimeno un dubbio insolente: vi sono stati mai degli Eroi? – non vi corrucciate, vi prego, questo sia per non detto.

Un pensiero per altro rovescia tutte le riflessioni , le quali si potrebbe far a meno di leggere. Dico dunque che la cavalleria di que' generosi erranti non ha potuto mai esistere.... se non come la sovranità popolare.... ed eccone la ragione.

Non si legge mai ch'essi avessero dell'oro.

E non so come... non sieno stati cacciati dai castellani dov'essi albergavano a spese dell'aria. Non v'è dunque oggetto di comparazione fra i Paladini e voi, signor Generale. – Ma con gli Eroi di Plutarco? Appunto appunto. Se non che la più gran parte di que' grand'uomini erano nati ricchi; e voi che lo sapevate, vi siete arricchito da voi stesso....–

Fra tanto e tanto è vero egualmente.

 

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Ma così svagandomi mi sono obbliato di dirti che ho veduto il tuo B.... – Mi accolse di buon cuore; forse perchè non ha sospettato della mia trista fortuna – o forse ancora per lo stato cadaverico in cui lo aveva lasciato una febbre maligna che non gli permetteva ancora di respirare il libero soffio dell'aria. Gli uomini non perdono l'orgoglio se non con le forze. –

– Io torno dalla soglia della morte – mi disse fievolmente porgendomi la mano tremante.

Quel giorno mi sono guardato di nominarti.

Io avrei toccato nel cuore del povero malato una corda la di cui vibrazione non avrebbe cessatotosto.

 

 


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