Ugo Foscolo
Frammenti di un romanzo autobiografico

PENSIERI E APPUNTI

«»

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

PENSIERI E APPUNTI

 

Alla soave rugiada della laude la laude fiorisce come le piante alla rugiada del cielo.

 

Ma spetta solo agli uomini dabbene di lodar l'uomo dabbene.

 

La vita è un epigramma, di cui la morte è l'aculeo.

 

Io cerco qui il mio cuore ma non lo trovo più. – Oh mia giovinezza!

 

Onde, o mio confessore, io spero che questo libro ti desterà i pensieri destati da una lapida sepolcrale incontrata in un passeggio solitario.

 

Filippo domandava alla fortuna di temperare la sua felicità con una disgrazia.

 

Passeggiere, va', e di' a Sparta che noi riposiamo qui per avere obbedito alle sue sante leggi.

 

Oserei definire, la civiltà: la perfetta [arte] di fingere.

E la virtù – il secreto di mascherare tutti i volti.

 

Ma o tu pure che vinci dove tu ti lusingassi di un vantaggio su l'umanità...........–

 

– O mio figlio, la natura geme al nascere di un eroe, e sorride su la sua tomba. –

Ah! ora m'avvedo che il saggio vecchio mi ha riserbato questa illusione per non calarmi ad un tratto il sipario ed affrettare così la mia morte.

 

La venerabile povertà. – I tuoi conoscenti t'incontreranno, e torceranno gli occhi per non riconoscerti. –

 

O dolci sponde, o sacre case, o feconde campagne d'Italia echeggianti dei nostri gemiti e rosse del nostro sangue.

 

Guai se tu t'abbandoni alle prime occhiate d'un amante; lo perderai per sempre.

Di coloro che spandono i loro tesori per disgustarsi di quanto v'ha di più bello nella natura.....–

Quelle piccole cose che son di tanto valore, la virtù e l'amore, son parole morte, ma le loro immagini piacciono.

 

Ogni uomo pare che sia fatto per vivere nella sua patria, ed io... per abbandonarla.

 

La nostr'anima riceve dalla divinità, dalla quale è emanata, una debole conoscenza dell'avvenire.

 

Ma s'io sono diffidente... lo giuro per le mie tante e sì crudeli sventure... ch'io in questo non ho altra colpa se non d'essere stato troppo ingenuo, e d'aver dato occasione agli uomini di darmi delle lezioni sacrificandomi alla umana malignità, e alla sociale furberia.

 

Il male partecipa della natura dell'infinito, e il bene del finito.

 

Io mi credo più savio di tutti poichè rispetto i misteri della natura.

 

L'abbondanza di idee non è che penuria.

 

Scienza, elezione e perseveranza. ecco la virtù e il delitto.

 

Prudenza, ecco tutto.

 

I filosofi hanno voluto gli uomini numi.

 

La virtù unisce il cielo con la terra.

 

La nostra vita partecipa de' principj comici e tragici; l'intreccio sono le nostre follie, e lo scioglimento la nostra morte.

 

Talete rispose a quei che [gli domandò che] ci vuole per esser felice: sanità, ingegno e fortuna.

 

L'eccesso de' piaceri è l'unico ristoro ai popoli fatti vili e infelici dalla tirannide.

 


«»

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA1) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2009. Content in this page is licensed under a Creative Commons License