Ugo Foscolo
Le Grazie

INNO TERZO - PALLADE

I

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INNO TERZO - PALLADE

 

I

 

Pari al numero lor volino gl’inni

alle vergini sante, armonïosi

del peregrino suono uno e diverso

di tre favelle. Intento odi, Canova;

ch’io mi veggio d’intorno errar l’incenso,

qual si spandea sull’are a’ versi arcani

d’Anfïone: presente ecco il nitrito

de’ corsieri dircèi; benché Ippocrene

li dissetasse, e li pascea dell’aure

Eolo, e prenunzia un’aquila volava,

e de’ suoi freni li adornava il Sole,

pur que’ vaganti Pindaro contenne

presso il Cefiso, ed adorò le Grazie.

Fanciulle, udite, udite: un lazio Carme

vien danzando imenei dall’isoletta

di Sirmïone per l’argenteo Garda

sonante con altera onda marina,

da che le nozze di Pelèo, cantate

nella reggia del mar, l’aureo Catullo

al suo Garda cantò. Sacri poeti,

a me date voi l’arte, a me de’ vostri

idïomi gli spirti, e cotoscani

modi seguaci adornerò più ardito

le note istorie, e quelle onde a me solo

siete cortesi allor che dagli antiqui

sepolcri m’apparite, illuminando

d’elisia luce i solitari campi

ove l’errante Fantasia mi porta

a discernere il vero. Or ne preceda

Clio, la più casta delle Muse, e chiami

consolatrici sue meco le Grazie.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Come se a’ raggi d’Espero amorosi

fuor d’una mìrtea macchia escon secrete

le tortorelle mormorando a’ baci,

guata dall’ombra l’upupa e sen duole,

fuggono quelle impaurite al bosco;

così le Grazie si fuggian tremando.

Fu lor ventura che Minerva allora

risaliva que’ balzi, al bellicoso

Scita togliendo il nume suo. Di stragi

su’ canuti, e di vergini rapite,

stolto! il trionfo profanò che in guerra

giusta il favore della Dea gli porse.

Delle Grazie s’avvide e della fuga

immantinente, e dietro ad un’opaca

rupe il cocchio lasciava, e le sue quattro

leonine poledre; ivi lo scudo

depose, e la fatale ègida, e l’elmo,

e inerme agli occhi delle Grazie apparve.

- Scendete, disse, o vergini, scendete

al mar, e venerate ivi la Madre;

e dolce un lutto per Orfeo nel core

vi manderà, che obblierete il vostro

terror, tanto ch’io rieda a offrirvi un dono,

né più vi offenda Amore. - E tosto al corso

diè la quadriga, e la rattenne a un’alta

che al par d’Atene ebbe già cara;

or questa sola ha in pregio, or quando i Fati

non lasciano ad Atene altro che il nome.

 


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