Ugo Foscolo
Notizia intorno a Didimo Chierico

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Ora dirò de’ suoi costumi esteriori. Vestiva da prete; non però assunse gli ordini sacri, e si faceva chiamare Didimo di nome, e chierico di cognome; ma gli rincresceva sentirsi dar dell’abate. Richiestone, mi rispose La fortuna m’avviò da fanciullo al chiericato; poi la natura mi ha deviato dal sacerdozio: mi sarebbe rimorso l’andare innanzi, e vergogna il tornarmene addietro: e perché io tanto quanto disprezzo chi muta istituto di vita, mi porto in pace la mia tonsura e questo mio abito nero: così posso o ammogliarmi, o aspirare ad un vescovato. Gli chiesi a quale de’ due partiti s’appiglierebbe. Rispose Non ci ho pensato: a chi non ha patria non istà bene l’essere sacerdote, né padre. Fuor dell’uso de’ preti, compiacevasi della compagnia degli uomini militari. Viaggiando perpetuamente, desinava a tavola rotonda con persone di varie nazioni; e se taluno (com’oggi s’usa) professavasi cosmopolita, egli si rizzava senz’altro. S’addomesticava alle prime; benché con gli uomini cerimoniosi parlasse asciutto; ed a’ ricchi pareva altero: evitava le sette e le confraternite; e seppi che rifiutò due patenti accademiche. Usava per lo più ne’ crocchi delle donne, però ch’ei le reputava più liberalmente dotate dalla natura di compassione e di pudore; due forze pacifiche le quali, diceva Didimo, temprano sole tutte le altre forze guerriere del genere umano. Era volentieri ascoltato, né so dove trovasse materie; perché alle volte chiacchierava per tutta una sera, senza dire parola di politica, di religione, o di amori altrui. Non interrogava mai per non indurre, diceva Didimo, le persone a dir la bugia: e alle interrogazioni rispondeva proverbi o guardava in viso chi gli parlava. Non partecipava né una dramma del suo secreto ad anima nata: Perché, diceva Didimo, il mio secreto è la sola proprietà sulla terra ch’io degni di chiamar mia, e che divisa nuocerebbe agli altri ed a me. pativa d’essere depositario degli altrui secreti: Non ch’io non fidi di serbargli inviolati: ma avviene che a volere scampare dalla perdizione qualche persona m’è pure necessità a rivelare alle volte il secreto che m’ha confidato: tacendolo, la mia fede riescirebbe sinistra; e manifestandolo, m’avvilirei davanti a me stesso. Accoglieva lietissimo nelle sue stanze: al passeggio voleva andar solo, o parlava a persone che non aveva veduto mai, e che gli davano nell’idea: e se alcuno de’ suoi conoscenti accostavasi a lui, si levava di tasca un libretto, e per primo saluto gli recitava alcuni squarci di traduzioni moderne de’ poeti greci; e rimanevasi solo. Usava anche sentenze enigmatiche. Nessun frizzo; se non una volta, e per non ricaderci, rilesse i quattro evangelisti. Ma di tutti questi capricci e costumi di Didimo, s’avvedevano gli altri assai tardi; perch’ei non li mostrava, né li occultava; onde credo che venissero da disposizione naturale.

 

 


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