Ugo Foscolo
Ricciarda

ATTO PRIMO

Scena quarta – Ricciarda, Guelfo, Uomini d’arme

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Scena quartaRicciarda, Guelfo, Uomini d’arme

 

GUELFO Tu qui?

 

RICCIARDA Signor....

 

GUELFO Smarrita - esangue -

Tu qui! - Che il padre ti chiedea, sapevi?

 

RICCIARDA Dianzi Ruggier me l'imponea.... ma quando....

dove.... incerto m'era.

 

GUELFO E a me più incerto

Se tu in unir reggia stavi; altri ti vide

Dianzi avviarti fuggitiva.

 

RICCIARDA E parte,

Questa dov'io men venni, è della tua

Reggia....

 

GUELFO E la, miglior parte. - E per me dunque

Qui sì ratta venivi? Ma tu cerchi,

Parmi anzi tempo, tra gli avelli il padre.

 

RICCIARDA Cerco la madre mia, se pur intende

Il mio lungo doler che ad uom vivente.

Fuorché ad un solo, io non direi; né quanto,

Sebben talor di me ti dolga e m'ami,

Padre acerbo tu sia; né come il crudo

Sospettar che di tua mente infelice

Tiranno è fatto, il cor mi strazi a brani.

Certo il mio volto ad altri il narra, e sai

Se anche presumi che tua morte io speri,

Veder da te, che pria de' tuoi fien tronchi

I miei dall'angoscia. Or finché lieta

Vita non hai, né tu l’avrai, pur troppo.

Viver degg'io sol per morir tua figlia.

 

GUELFO Qui dunque, innanzi di tua madre all'urna,

Ti fia men grave fra non molto udirmi -

­Ma ch'io mal non sospetti, assai n'è prova

Quel traditor, che qui notturno errava.

Tu il sai?

 

RICCIARDA Rumor men venne....

 

GUELFO E se nel viso

Ben ti discerno, di pietà confusi

E di terror pel rischio suo ti fai

­E sai che ignoto dileguossi e illeso?

­Ne sarai lieta.

 

RICCIARDA Io? - d'uom ignoto....

 

GUELFO Agli altri:

A me, no - E teco io lieto son ch'ei viva.

Mi dorria se di morte altra perisse,

Che di ferro: e del mio. - Ruggier, t'appressa.

Sovra color che mal vegliaro a guardia,

E contro a un sol, viltà si fosse o trama,

Ebber ratte le piante e tardi i brandi,

Opra la scure.

 

RICCIARDA Deh padre! - Soverchio

Terror a disperata ira può indurli;

Pensa deh che straniere infide genti

Provochi; e or tu commessa hai ne' lor ferri

La tua difesa - Deh ristatti alquanto,

Ruggier - O signor mio, vedi chi reca

I cenni tuoi di che ribrezzo umano

Impallidisce.

 

GUELFO Vil genia, che vende

Il braccio e il cor, m'atterrirà? - Ruggiero

Tu va; scorra quel sangue: alle altre schiere

Sovra quel sangue molto oro dispensa -

Or vien, Ricciarda.

 

RICCIARDA O che oltre modo ei finge,

O troppo io spero, il crede in salvo....

 

GUELFO Or vieni

 


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