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GUELFO Costei,
Di sé donna oggimai, darà alle offerte
D'Averardo risposta alta, assoluta;
Né forse a grado mio.
Guelfo dalla sua figlia; e il tuo signore
Da lei che nuora elesse; e Italia tutta
Dalla nipote di Tancredi. Trema
Forse l'esangue labbro mio; ma parlo
Mentr'io dal cor la speranza mi svelgo
Con cui sostenni la mia vita;... ed ora
Più ancor m'assale.... ed io vinco morendo.
Il mio signor m'impone oggi ch'io giuri....
RICCIARDA Io né ciò posso
Che non è in mia balia; ma se il potessi
Di abbietta alma sarei: né torre io deggio
Anche il mio core a chi se udisse quanto
Udrete or voi, di duol morrebbe. Io lui
Unicamente amai; lui senza speme
Amo pur anche, e morir sua pur voglio.
Ma pria che data gli fui tolta: e quindi
Veggio mio padre in guerra, e tanta apersi
Piaga alla mesta anima sua, ch'io sola
Forse potrei sanarla - io che compagna,
Quando fanciulla, orfana, incauta un giorno,
Mi abbandonò la madre, unica a Guelfo
Rimasi: e a lui la moribonda donna,
Fidò la figlia; e a me il consorte, afflitto
D'occulte orride angoscie. Ah! se la calma
De' suoi dì pende da me sola, e sola
Cagione, io son di tante stragi, o il cielo
Offenderei s'io di mia man perissi,
Deh omai l'armi posate. Al padre io resto
Né sarò d'altri mai - Odi tu, o madre!
Forse.... col mio sospiro ultimo.... il dico....
Giuro: Ch'io non sarò moglie di Guido. --
E un altro, o madre, giuramento ascolta:
Finché da te raccolta esser io possa
Nella tua pace, mi vedrai qui errando,
Tacitamente invocar l'ombra tua.
A me talamo e reggia e asilo e speme
Fia questa tomba, ch'io tocco tremante;
E dove teco -.m'accorrai, tel giuro,
Dell'altro voto io ti sciorrò. Straniero
Sposo, e lontana sepoltura, avrai.
Esci.
RICCIARDA Non morrò d'altri - Ad Averardo
Dite che il suo figlio consoli.... e il salvi.