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GUIDO Langue il di appena, e già qui stai?
il mio periglio, or che con molti Guelfo
E' alla marina, or ch'io ti deggio - ahi lassa
Alla mia giungi la tua destra, o Guido -
I detti estremi dirti; e amaro,
Amaro più ch'io non credea.... l'addio.
GUIDO Ti scorre intorno il gel di morte - Ah ch'io
Trafitto almen sia teco or dal novello
RICCIARDA Il sei, Guido - Ti ho fatto
Irrevocabilmente oggi infelice.
GUIDO Deh parla! E che farmi infelice, or teco
Può, ch'io nol sappia?,
RICCIARDA A te il celai finora -
Sin da quel dì che tuo fratel perìa,
Guelfo m'elesse altro marito, e avviso
Men diede allor; né d'indi in poi fe' motto:
Ché dal ciel derelitto, e d'ogni umana
Gioja, non sosteneva ei di partirmi
Dalla sua casa. Io speme ebbi nel tempo.
Ma più orrende lo investono le angosce,
Quanto sa ch'io più t'amo; e per me nuova -
Ira e pietà l'assale, e a giurarti odio
Traeami....
GUIDO E' tu?
RICCIARDA Spergiura esser non posso
Ma né spietata figlia. Oh! se vedessi,
Come i paterni affetti, e la vendetta.
E la insultata ira divina, o l'onta
Del sangue sparso. e arder nuovo di sangue
In un solo furor travolgon misti
La perturbata alma del vecchio! Orrore
Di nuove colpe, e pietà del suo stato
A questo avel mi conducean tremando -
Dinanzi a due de' tuoi guerrier, giurai....
D'amarti sì.... ma di non viver tua.
GUIDO O Averardo, che cor, quando l'udisti
Che cor fu il tuo!
Nel mio seno e nel tuo lento piantarsi
Il sol pugnale ch'io temea di Guelfo.
RICCIARDA Né farsi noto a me potea, né guida
Io farmi a lui; ch'ei per te venne.
RICCIARDA Se fosti sordo al generoso padre,
Me non udrai. Colpevol di tua morte
Il padre mio teco farai.
Pur ti lusinghi? Ancor certa non sei
Che quando il mio non abbia, ei d'ogni sangue
Si sbramerà? Lieve cagion fa giusta
Al suo pugnal, se i tiranneschi cenni
Tutti non compi, tutti. Eternamente
Fuggirmi dèi; ma fuggi, fuggi Guelfo,
Per pietà! se non vuoi morir tu figlia
D'un.... parricida.... - Deh! se m'ami, a nuovo,
Alto, tremendo - necessario sforzo
T'appresta: vedi, piangendo ten prego....
Benché è tempo oggimai ch'io non ti provi
Col lagrimar, s'io t'ami. Altri, o Ricciarda,
Altri t'abbia. Tu lieta, ah! Non sarai
In braccio ad altri: ma, vivrai tu almeno. -
Ed io per te, per l'infelice nostro
Amor ti giuro che di ferro il mio
Dolor, né d'altra violenta morte
Non troncherò: ma vile, e al mondo occulta,
D'altr'uomo in braccio, e tollerarlo, o Guido,
Potessi tu - funesta amante e moglie
Sarei per sempre; ed anziché obbliata
Tenermi e vile, allor ti vorrei spento.
Bramerei sempre che il rival tuo al sangue
Chiamassi; e quindi svierei il tuo braccio
Dall'innocente, e il drizzerei nel mio
Cor disleale a strapparmel dal petto,
E quanto più tu mel sbranassi, io tanto
Più t'amerei, ché l'onta iniqua a dritto
Vendicheresti e l'amor tuo.... - Ahi lassa!
Sì m'ami tu che in te sol puniresti
Ogni mia colpa. - Ma se mai.... né il credo....
Guelfo in me incrudelisse, allor la vita
Ben sosterrai magnanimo: tu un padre
Strascinar non vorrai nel tuo sepolcro:
Viver dovrai per obbedire al santo.
Cenno ed al pregar mio che col sospiro
Eterno a te rivolgerò per dirti,
Che tu tacito, altero, a lenti passi
Mi segua.... - Un loco evvi di pace, ov'io
Il tengo io primo; e dietro guardo sempre
Se mi precorri. Vigilando aspetto
D'udir sonar la tua ora suprema
RICCIARDA Tu il puoi: né un punto,
A calcar l'orme del tuo sangue, un punto
Non mi starei. Forte non son ch'io possa
Aspettar morte, se a perpetuo lutto
Io da te resto abbandonata. - Ah poscia
Di guerra in guerra e d'una in altra morte
Per quelle eterne tenebre del pianto
Ti cercherei, ma invano. Sol chi vede
Quanto il doler mi fe' lunga la vita,
E il pregar delle afflitte anime intende
Darammi asilo. Già sento che in breve
M'udrà pietoso. Ivi la tua Ricciarda
T'aspetterà,... Deh Guido! a te per ora
Bastin le mie lagrime estreme.
Non fien per te, se non, quando tu al cielo,
Donde certo venisti a far tremende
Di virtù prove, tornerai. - Ma inulte
Pur non. saranno. Non morrai tu inulta.
RICCIARDA Guido, dammi quel ferro.
A non mertarmi l'ira tua, darei:
Ma stolto amor fia il mio, se a non mertarla,
Miro il coltel sovra il tuo coro, e il lascio
Immerger tutto. Ma virtù è il soffrire
Perché tu viva. Ad altri basti il pianto
E la memoria dell'amata donna;
A me non già.
RICCIARDA Dammi quel ferro, Guido.
GUIDO A te il serbava, se per te il chiedevi;
Or a me il serbo, allor che disperata
Sia la tua vita.
Su me la man?...
GUIDO Basta a più morti un ferro.
Mal tu volevi a me celarlo. Morte
Certa, imminente - e dal padre paventi.
RICCIARDA Temo il suo cor turbato e il mio che indurmi
Non può che d'altri io sia - ma l'amor tuo
Pavento io più, quando il paterno braccio
Sospeso stesse, e tremasse a svenarmi...
Affretterai tu il suo delitto e il nostro...
Te vedrò ucciso ed uccisor - Te solo
Ucciso forse.... E da tua morte il dono
Funesto avrò d'odiar morendo il padre,
E d'esecrare ogni pietà che avesse
Della sua figlia.
Inerme stai se il lasci; e fra non molto
Ferverà orrenda la notturna pugna.
GUIDO Occulto assai qui sto. La pugna e l'alba
Chiara faran nostra ventura appieno.
Se Guelfo è rotto, io da tremendo avviso,
Che lungamente in cor mi parla, certo
Son di tua morte. Utile è a Guelfo il ferro.
RICCIARDA Ohime! - Deh Guido, il tieni.
In mia mano gli fia; né a te più ascondo
Un brando avrò, se ad Averardo infauste
L'armi saran: teco il morir m'hai tolto.
Perché, tu viva, o mia Ricciarda, Guelfo
Trionfi e regni, e seco t'abbia ei sempre.
RICCIARDA M'avrà Dio sol. Doman, s'oggi non pero,
Fuggirò all'ara. Il tempio e il vel di Cristo
Mi torrà agli occhi umani. - O Guido, allora
Altro rival tu non avrai che Dio.
GUIDO Meno infelice, poiché alfin non chiudi
Tutte le, vie di tua salute, or sono -
Ma per sempre io ti perdo.... Addio.... Deh parti
Che a Guelfo mai il suo pugnal non rieda.
Tremando il tolgo dal mio fianco.
Dubbio!... Ma, se a te il lascio, a te ed al padre
Funesta e iniqua io mi sarei.... - Mel porgi.
GUIDO Fuggi; e ratto il nascondi; io tremo.... Addio.
RICCIARDA Ti rivedrò pria che tu parta o Guido.
Ti rivedrò.