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RICCIARDA Più la comune che la mia sventura
Pianger dèi tu. Del cor discreto, umano,
Onde, o Rugger, prova mi dai, bramando
Di salvare i miei giorni, al signor tuo
Prova miglior darai, se non insulti
I suoi comandi estremi. A lui voi pochi
Fidi restate: ed or che è vinto, alcuno
Non sarà forse che l'esangue spoglia
Riporti a me, s'ei cadde! - A me, fia sola
Gioja ch'ei torni, e almen trovi la figlia.
Da voi ciò bramo. Il pianto e la pietosa
Memoria vostra mi fia cara un giorno
Vegliate or dunque a me dintorno, tanto
Che presso a questa sepoltura io vegli.