Ugo Foscolo
Saggi sopra il Petrarca

SOPRA L'AMORE DEL PETRARCA

IX

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IX. Qua e colà ci fa intendere come avesse cagione di nodrire aspettative spesso lusingate e sempre deluse:

 

E mi conforta, e dice che non fue

Mai, com'or, presso a quel ch'i' bramo e spero.

Io, che talor menzogna, e talor vero

Ho ritrovato le parole sue,

Non so s'il creda, e vivomi intra due.

 

Pure da tali passi è lieve appurare quali fossero i veri sensi di Laura; e parrebbe che l'ardore delle brame inducesse il Petrarca ad inferire da qualche scaltra o tenera occhiata una promessa, che però non isfuggì mai dal labbro di lei.

Uno de' suoi sonetti sarebbe egregio tema a un artista, onde rappresentare il Petrarca in atto di pigliar licenza da Laura per lungo tempo. Il costei volto cuopre l'usato velo: modestia, elevazione di mente, tenerezza, melanconia, mistero e civetteria sono così frammiste da non lasciare scorgere distintamente lo stato reale del suo cuore; — laddove nel viso dell'amante suo predomina l'estasi della passione e la intensità dell'illusione, come se leggesse chiaramente negli occhi di Laura sentimenti invisibili a tutti i circostanti:

 

Quel vago impallidir che 'l dolce riso

D'un'amorosa nebbia ricoperse,

Con tanta maestade al cor s'offerse,

Che gli si fece incontro a mezzo 'l viso.

Conobbi allor sì come in paradiso

Vede l'un l'altro; in tal guisa s'aperse

Quel pietoso pensier, ch'altri non scerse;

Ma vidil'io, ch' altrove non m'affiso.

Ogni angelica vista, ogni atto umile

Che giammai in donna, ov'amor fosse, apparve,

Fôra uno sdegno a lato a quel ch'i' dico.

Chinava a terra il bel guardo gentile,

E tacendo dicea (com'a me parve):

Chi m'allontana il mio fedele amico?

 

La impazienza di riveder Laura esagerò alla sua fantasia le angustie in cui egli l'aveva lasciata; ma non appena ei fu di ritorno, che di nuovo incontrò la stessa fredda accoglienza, che lo costrinse a gemere, a crucciarsi, a temere il disprezzo del mondo,17 — per discostarsene poi un'altra volta, e nascondere la umiliazione e le agonie del suo mal corrisposto amore nell'eremo di Valchiusa:

 

Solo e pensoso i più deserti campi

Vo misurando a passi tardi e lenti.

Altro non trovo che mi scampi

Dal manifesto accorger delle genti.

 





17 Jam duo lustra gravem, fessa cervice, catenam

Pertuleram indignans.

Petrar., Carm., lib. 1, ep. 12.



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