Ugo Foscolo
Saggi sopra il Petrarca

SAGGIO SOPRA LA POESIA DEL PETRARCA

XIV

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XIV. Lo scopo rilevante dello studio e dell'ambizione del Petrarca fu di dissipare le tenebre, per entro alle quali i secoli di mezzo avevano avvolto la letteratura degli antichi. Ma qual genio e quale ardore potevano esser pari all'ampiezza di tanto assunto? Pur nondimeno riuscì egli per modo nello sgomberare le vie allo studio dell'antichità, che s'acquistò titolo, cui tuttora a buona ragione conserva, di ristoratore delle classiche lettere. «Non avete vergognascriveva egli a' Romani, «che le reliquie dell'antica vostra grandezza, risparmiate dalla inondazione dei Barbari, sieno cotidianamente vendute dalla vostra sconsigliata avarizia a' forestieri? e che Roma in nessun altro luogo sia meno conosciuta e meno amata che in Roma58 l'entusiasmo del Petrarca per gli antichi monumenti gl'impedì di descriverli col sentir fino di un critico.59 Da lui venne il primo esempio di raccogliere medaglie, come scorte più fidate pel laberinto cronologico e genealogico di dinastie scomparse dal mondo. Noi raccogliamo tuttavia il benefizio di que' manuscritti ch'egli andò cercando senza posa per ogni angolo d'Europa;60 e de' quali moltiplicò le copie, non perdonando a denaro, povero, a fatica, vecchio ed infermo; e tanta fu la sua ansietà affinchè riuscissero corrette, che sovente si sottopose egli stesso allo stento servile del copista. Trovò la lingua latina,

 

le verdi allegre frondi

Deposte, tetra, tutta nocchi, e stuoie,

E sprocchi informi, di spine irta, e brulla

Di frutta.

 

Pure, per le fatiche da lui durate, questa lingua rivisse di tal freschezza, che lo fece riguardare come colui che rivocò a novello corso il secolo d'Augusto; merito non pertanto che gli uniti e assidui sforzi di sei generazioni di dotti, da' suoi tempi fino a quelli di Leone X, hanno appena ottenuto. Tuttavia chi non reca al nome di perfetto letterato altro titolo che eleganze penosamente spigolate ne' classici, non ha diritto di sogghignare alla latinità del Petrarca. Sembra che, modellando lo stile sovra i Romani, non intendesse nemmeno di porre al tutto in non cale i Padri della Chiesa, il fraseggiare de' quali era più accomodato a' suoi temi; e i pubblici negozi venendo a que' trattati in latino, non gli fu sempre concesso di rifiutare parecchi di que' , i quali, tuttochè derivati da barbari secoli, erano stati sanciti dall'uso di tutte le università, e venivan trovati più acconci alla intelligenza de' lettori. Perdendo di purezza, si avvantaggiava di libertà, di scorrevolezza e di calore; e la sua prosa, quantunque non sia modello da imitarsi, si rimane oltre il tiro degl'imitatori, perchè originale e ben sua.





58 Hortatio ad Nicol. Laurent. Petr., Op., vol. I, pag. 596.



59 Famil., lib. VI, ep. 2.



60 De remed. utriusque fortunæ, lib. I.



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