Ugo Foscolo
Saggi sopra il Petrarca

SAGGIO SOPRA IL CARATTERE DEL PETRARCA

IV

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IV. «Che il Petrarca nell'arringo politico proseguisse pur sempre a farla da trovatore — che quanti tiranni avea l'Italia, con lusingarne la vanità, ne ottenessero in ricambio una bassa adulazione — ch' ei commettesse a volte cose contrarie a' principii e a' doveri suoi qual cittadino di Firenze e qual guelfo91 — ecco i giudizii di un moderno storico, il cui zelo per la libertà invade talora la sua riverenza pel vero. Il Petrarca era nato esule; il padre di lui fu seppellito in terra straniera, proscritto da' Guelfi; i figliuoli de' quali nol ristorarono nelle sue ragioni di cittadino, se non quando fu presso a' cinquant'anni; ricuperò il confiscato patrimonio,92 se non dopo che la peste ebbe devastato Firenze. Allora, per attirare maggior copia di forestieri, i cittadini proposero di fondarvi una università sotto la sua direzione.93 Ma il Petrarca li colmò di ringraziamenti e di lodi in una lunga lettera ch'ei scrisse da Padova, e tornò prestamente a Valchiusa. L'attaccamento ereditario alla parte ghibellina gl'inspirò più rispetto pe' militari dittatori della città di Lombardia. La venerazione, che, ad udirli, essi nodrivano inverso il Petrarca, e fors'anche il terrore di loro cruente vendette, lo tentarono a dare adulazione per adulazione. Eglino spontaneamente gli procacciarono ecclesiastici beneficii ne' loro dominii, e lo ricercavano di parere in politici negozi: ed egli si riputava capace di poterlo porgere. Ma l'animo suo non era valido a reggersi saldo nel suo centro, e sospinto per subitanei impulsi dall'uno all'altro estremo, strappavasi, come da abissi di vitupero e di pericoli, da quegli stessi palagi, ove pur dianzi era entrato con la speranza di ricondurvi giustizia. Sempre che spuntasse il più leggero barlume o il menomo destro di rimettere in Roma la sede dell'impero d'occidente, gl'interessi di tutti i principi cedevano tosto a questo illusorio disegno, ch'egli accarezzò fino all'ultimo fiato. Scrivendo agli amici, a' papi e cardinali, agl'imperatori e alle genti d'Italia sopra tale argomento, l'anima generosa del Petrarca dilatasi in magnanimi sensi e i più be' saggi di un genio, che, sebbene piegato da amore alla poesia, diresti più specialmente creato da natura alla grandiloquenza di sommo oratore.





91 Sismondi, Hist. des Rép. Ital., vol. V, pag. 300.



92 Plura advenæ præstitit Aretium, quam Florentia civi suo. Senil., lib. XIII, ep. 2.



93 Mehus, Vita Ambr. Camald., pag. 223. Matteo Villani, Stor. Fiorent., lib. X

 



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