Ugo Foscolo
Saggi sopra il Petrarca

PARALLELO FRA DANTE E IL PETRARCA

III

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III. Questi due fondatori dell'italiana letteratura furono dotati di genio disparatissimo, proseguirono differenti disegni, stabilirono due diverse lingue e scuole di poesia, ed esercitarono fino al tempo presente differentissima influenza. In vece di scegliere, come fa il Petrarca, le più eleganti e melodiose parole e frasi, Dante crea sovente una lingua nuova, e impone a quanti dialetti ha l'Italia il tributo di accozzamenti atti a rappresentare non pure le sublimi e belle, ma ben anche le più comuni scene di natura; tutti i grotteschi concepimenti della sua fantasia; le più astratte teoriche di filosofia, e i misteri più astrusi di religione. Una semplice idea, un idioma volgare piglia diverso colore e spirito diverso dalla loro penna. Il conflitto di propositi contrarii suona nel cuore del Petrarca, e tenzona nel cervello di Dante.

 

no nel cor mi sona interoPetrarca.

 

Che 'l no e 'l sì nel capo mi tenzonaDante.

 

At war 'twixt will and will notShakespeare.

 

Il Tasso espresse il concetto medesimo con quella dignità, da cui mai non si diparte:

 

In gran tempesta di pensieri ondeggia.

 

Pure non solo palesa questo una imitazione del virgiliano magno curarum fluctuat æstu; ma, col paventare la forza dell'idioma e no, il Tasso perde, come spesso gli accade, il grazioso effetto prodotto dal nobilitar una frase volgare; — artifizio però che nella pastorale dell'Aminta usò felicissimamente. L'idea dell'epico stile fu in lui sì raffinata, che, mentr'egli teneva Dante «qual maggior poeta d'Italiasovente affermò, «che se non avesse trascurato dignità ed eleganza, sarebbe stato il primo del mondo.» — Dante, non v'ha dubbio, diè anche talora commiato al decoro e alla perspicuità; ma sempre per crescere fedeltà alle pitture, o profondità alle riflessioni. Dice a :

 

Parla, e sii breve e arguto.

 

Dice al lettore:

 

Or ti riman, lettor, sopra 'l tuo banco,

Dietro pensando a ciò che si preliba,

S'esser vuoi lieto assai prima che stanco.

Messo t'ho innanzi: omai per te ti ciba.

 


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