Ugo Foscolo
Saggi sopra il Petrarca

PARALLELO FRA DANTE E IL PETRARCA

XIV

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XIV. L'intelletto in entrambi tenne virtù dalle naturali e inalterabili emozioni del cuore. Il fuoco di Dante fu più profondamente concentrato; più di una passione non ardeva in quello a un tempo; e, se il Boccaccio non caricò la pittura, Dante per più e più mesi dopo morta Beatrice ebbe sentimento e aspetto di selvaggio.162 Il Petrarca fu agitato insiememente da differenti passioni: sorgevano, ma si rintuzzavano anche l'una coll'altra; e il suo fuoco, più che bruciare, risplendevariboccando da anima inetta a tutto sopportarne il calore, e pure ansiosa di attirarsi per mezzo di quello l'attenzione di ogni sguardo. La vanità fece il Petrarca sollecito sempre e sempre apprensivo pur dell'opinione di coloro, cui ben sentiva di naturalmente sovrastare. — Nel carattere dell'Alighieri primeggiava l'orgoglio. Piacevasi de' patimenti quai mezzi d'esercitare la sua fortitudine — de' suoi difetti quai necessarii seguaci di qualità straordinarie — e della coscienza di quel che dentro valeva, perchè lo francheggiava a disprezzare uomini ed opinioni

 

Che ti fa ciò che quivi si pispiglia?

 

Lascia dir le genti,

Sta come torre fermo, che non crolla

Giammai la cima per soffiar de' venti.

 

La forza di disprezzare, che molti vantano, che pochissimi posseggono realmente, e di cui Dante fu oltre misura dotato da natura, gli apportò il più alto diletto di cui una mente elevata sia suscettiva:

 

Lo collo poi con le braccia mi cinse:

Baciommi 'l volto, e disse: Alma sdegnosa,

Benedetta colei che 'n te s'incinse.

 

L'altero contegno di Dante verso i principi, de' quali sollecitava il patrocinio, fu da repubblicano per nascita, da aristocrata per parte, da statista e guerriero, il quale, vissuto nella copia e negli onori, fu proscritto nel suo trigesimosettimo anno, costretto a ramingare di città in città, «qual uomo che, ogni vergogna deposta, si pianta sulla pubblica via, e stendendo la mano,

 

Si conduce a tremar per ogni vena.

 

Più non dirò, e scuro so che parlo;

Ma poco tempo andrà, che i tuoi vicini

Faranno sì che tu potrai chiosarlo.163

 

Il Petrarca nato in esilio, e nodrito per propria confessione in povertà,164 e qual uomo destinato a servire in corte, venne un anno dopo l'altro arricchito dai grandi; intanto che, posto in termini da poter evitare nuovi favori, a ciò alludeva con la compiacenza inevitabile a quanti o per caso, o per industria o per merito sfuggirono a penuria ed umiliazione.





162 «Egli era già, sì per lo lagrimare e sì per l'afflizione che al cuore sentiva dentro, e sì per non avere di alcuna cura di fuori, divenuto e quasi una cosa salvatica a riguardare, magro, barbuto, e quasi tutto trasformato da quello che avanti esser soleva: in tanto che 'l suo aspetto, non che negli amici, ma eziandio in ciascun altro a forza di metteva compassione». — Boccaccio, Vita di Dante.



163 Purg., alla fine del canto XI.



164 Honestis parentibus, fortuna (ut verum fatear) ad inopiam vergente, natus sum. Epist. ad Post.



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