Ugo Foscolo
Jacopo Ortis

PARTE PRIMA

XLV - 29 Maggio, all'alba

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XLV - 29 Maggio, all'alba

 

O illusione! perché quando ne' miei sogni quest'anima è un paradiso, e Teresa è al mio fianco, e mi sento sospirar su la bocca, e - perché mi trovo poi un vuoto, un vuoto di tomba? Almen que' beati momenti non fossero mai venuti, o non fossero fuggiti mai! - questa notte io cercava brancicando quella mano che me l'ha strappata dal seno: mi parea d'intendere da lontano un suo gemito; ma le coltri molli di pianto, i miei capelli sudati, il mio petto ansante, la fitta e muta oscurità - tutto tutto mi gridava: Misero, tu deliri! Spaventato e languente mi sono buttato boccone sul letto abbracciando il guanciale, e cercando di tormentarmi nuovamente e d'illudermi.

Se tu mi vedessi stanco, squallido, taciturno errar su e giù per le montagne e cercar di Teresa, e temer di trovarla, sovente brontolar fra me stesso, chiamare, pregarla, e rispondere alle mie voci: arso dal Sole mi caccio sotto una macchia e m'addormento o vaneggio - ahi che sovente la saluto come se la vedessi, e mi pare di stringerla e di baciarla - poi mi svanisce, ed io tengo gli occhi inchiodati sui precipizj di qualche dirupo. Sì! conviene ch'io la finisca.

 

 


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