Ugo Foscolo
Jacopo Ortis

PARTE PRIMA

XLVI - 29 Maggio, a sera

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XLVI - 29 Maggio, a sera

 

Fuggir dunque, fuggire: ma dove? credimi, io mi sento malato: appena reggo questo mio corpo per potermelo strascinare sino alla villa, e confortarmi in quegli occhi e bere un altro sorso di vita, forse ultimo - ma senz'essa vorrei più questo inferno? Dianzi l'ho salutata per andarmene; non rispose - scesi le scale; ma non poteva scostarmi dal suo giardino: e - lo credi? la sua vista mi soggezione. Vedendola poi scendere con sua sorella ho tentato di tirarmi sotto una pergola e fuggirmene. La Isabellina ha gridato: Viscere mie, viscere mie, non ci avete vedute? Colpito quasi da un fulmine mi sono precipitato sopra un sedile; la ragazza mi s'è gettata al collo carezzandomi, e dicendomi all'orecchio: Perché taci sempre? Non so se Teresa m'abbia guardato; sparì dentro un viale. Dopo mezz'ora tornò a chiamare la ragazza che stava ancora fra le mie ginocchia, e m'accorsi come le sue pupille erano rosse di pianto; non mi parlò, ma mi ammazzò con un'occhiata quasi volesse dirmi: Tu mi hai ridotta così.

 

 


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