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E tu, Lorenzo mio - leale e unico amico - perdona. Non ti raccomando mia madre; ben so che avrà in te un altro figliuolo. O madre mia! ma tu non avrai più il figlio sul petto del quale speravi di riposare il tuo capo canuto - né potrai riscaldare queste labbra morenti co' tuoi baci? e forse tu mi seguirai! - Io vacillava o Lorenzo. Or è questa la ricompensa dopo ventiquattro anni di speranze e di cure? Ma sia cosi! Iddio che ha tutto destinato non l'abbandonerà - né tu! Ah finché io non bramava che un amico fedele, io vissi felice. Il cielo te ne rimeriti! Ma e tu pure non ti aspettavi ch'io ti pagassi di lagrime. Pur troppo ti pagherei a ogni modo di lagrime! or tu non proferire sulle mie ceneri la crudele bestemmia: Chi vuol morire non ama nessuno - Che non tentai sopra di me? che non feci? che non dissi a Dio? ah la mia vita pur troppo sta tutta nelle mie passioni; e se non potessi distruggerle meco - oh a che angosce, a che spasimi, a quanti pericoli, a quali furori, a che deplorabile cecità, a che delitti non mi strascinerebbero a forza! Un giorno, o Lorenzo, prima ch'io decretassi la morte mia, io stava genuflesso implorando dal Cielo pietà, e le mie lagrime pioveano abbondanti - e in quel punto mi si sono improvvisamente inaridite le lagrime, e il cuore mi s'è inferocito, e avresti detto che mi venisse mandato appunto dal Cielo un delirio ad assalirmi; - e mi rizzai; e scrissi alla giovine misera che io me ne andava ad aspettarla in un altro mondo, e che non tardasse a raggiungermi, e l'ammaestrava del come e del quando e dell'ora. - Ma poi non forse la compassione, non la vergogna, né il rimorso, né Iddio - bensì l'idea che non è più la vergine di due mesi fa, e che è donna contaminata dalle braccia d'un altro, ha incominciato a farmi pentire di sì atroce disegno. Vedi come la vita mia, sarebbe a voi tutti più dolorosa che la mia morte; e infame forse a voi tutti. Invece se mi divido per sempre da Teresa degno di lei, la memoria mia serberà certamente il suo cuore degno di me, e benché serva di un altro potrà almeno sperare - speranza forse vanissima - che un dì l'anima sua verrà libera a unirsi per sempre alla mia. - Ma addio. Queste carte le darai tutte al suo padre. Raduna i miei libri e serbali a memoria del tuo Jacopo. Raccogli Michele a cui lascio il mio oriuolo, questi miei pochi arredi e i danari che tu troverai nel cassettino del mio scrittojo. Vieni ad aprirlo tu solo: c'è una lettera per Teresa; e ti prego di riporla fra le sue mani tu stesso. Addio, addio.