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Intanto io non aveva lasciata mai la mano della mia dama; e sarei stato incivile s'io l'avessi, dopo tanto ch'io la teneva, lasciata innanzi di accostarla a' miei labbri; e la baciai; e il sangue, e gli spiriti, che avevano poc'anzi mutato corso, si riaffollavano sulle guance di quel l'afflitta.
Or avvenne che i due viaggiatori, i quali mi aveano parlato nel cortile, passarono nel frangente di quella crisi, ed osservando la nostra dimestichezza, s'avvisarono naturalmente che noi fossimo marito e moglie almeno; però soprastando su l'uscio della rimessa l'un d'essi, ed era il viaggiatore curioso, c'interrogò:
— E domattina partirete voi per Parigi?
— Posso rispondere per me solo — diss'io: e la signora soggiunse che andava a Amiens.
— Vi abbiamo desinato jeri — disse il semplice viaggiatore.
— E voi andando a Parigi — mi disse l'altro — vi passerete propriamente per mezzo.
Poco mancò ch'io non gli rendessi infinite grazie della notizia che Amiens fosse su la strada di Parigi; ma, avvedendomi ch'io pigliava appunto allora tabacco nella scatoletta di corno del mio povero frate, risposi pacificamente con un inchino; ed augurai loro un tragitto prospero a Douvre. Ci lasciarono soli.
«Or chi pregasse quest'afflitta gentildonna perch'ella accetti la metà del mio sterzo? e che male ci sarebb'egli?» dissi tra me «e che infortunio tremendo ne verrebb'egli?»
Ogni sordida passione, e trista propensione della mia natura gridarono all'arme, mentr'io proponeva il partito.
— Ci vorrà il terzo cavallo — dicea l'Avarizia; — e ti trarrà di tasca un'altra ventina di lire.
— Tu non sai chi mai sia costei — dicea la Diffidenza30.
— Né in che brighe questo imbroglio può avvilupparti — bisbigliava la Codardia.
— Fa conto, Yorick! — dicea la Circonspezione — ch'e' si dirà che tu viaggi con l'amica, e che vi siete data la posta a Calais.
— Tu non potrai più, d'oggi in poi — gridò strepitando l'Ipocrisia — mostrar la tua faccia al popolo.
— Né promuoverti — aggiunse la Mediocrità31 — nelle dignità della Chiesa.
— E finché tu campi — disse l'Orgoglio — ti rimarrai prebendario cencioso.
— Ma io fo pure una gentilezza — diss'io. E perché per lo più mi governo col primo impulso, e perciò quasi mai non do retta a cotali cabale che non ti giovano a nulla, ch'io sappia, fuorché a smaltarti il cuor di diamante, mi volsi tosto alla dama.
Ma, mentre il concilio mio disputava32, la dama se n'era ita, né me n'accorsi, anzi nel punto che io pronunziava la mia sentenza, ella avea fatto da dieci a dodici passi lungo la via, e m'affrettai dietro a lei per farle con bella maniera la mia proferta: ma notai ch'ella se n'andava con la guancia appoggiata alla palma, col tardo e misurato portamento della meditazione, e con gli occhi fitti di passo in passo sul suolo; onde venni in pensiero ch'andasse anch'ella agitando la stessa lite.
«Dio l'ajuti!» diss'io «ch'ella avrà al pari di me alcuna suocera, o zia pinzochera, o vecchia scema da consultar sul partito.» Né mi parve bene d'interrompere quel litigio, stimando atto più cavalleresco di pigliarla a patti, anziché di sorpresa. Voltai dunque le spalle, e me n'andava in giù e in su davanti l'uscio della rimessa mentre la signora ruminando se n'andava dall'altra parte.