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Nel palchetto assegnatomi mi trovai solo con un discreto Francese, vecchio ufficiale, carattere che a me piace, sì perché onoro l'uomo il quale fa più mansueti i propri costumi, professando un mestiero che rende tristissimi i tristi; sì perché ne conobbi uno… non lo rivedrò più su la terra!… E perché non preserverò io una mia pagina dalla profanazione, scrivendovi il suo nome, e dicendo a tutti - ch'io parlo del capitano Tobia Shandy, dilettissimo a me fra le mie pecorelle e amicissimo mio; alla umanità del quale io, da tanto tempo ch'ei morì, non ripenso, che il pianto non mi sgorghi dagli occhi71. Per amor suo tutta la schiera de' veterani è mia prediletta72. Scavalcai le due file de' sedili di dietro, e mi posi accanto al vecchio ufficiale francese.
Ei leggeva un opuscoletto (forse il libro dell'opera) con un gran paio d'occhiali. Ma non sì tosto m'assisi, si levò gli occhiali, li ripose in una custodia di pelle e se li serbò in tasca col libro. Mi rizzai, e gli feci un inchino.
Traduci in qual più vuoi lingua colta del mondo, significa:
«Vedi un povero forestiero che vien nel palchetto; e' pare ch'egli non conosca veruno; e, quando pur soggiornasse sette anni in Parigi, non conoscerà probabilmente veruno, se tutti a' quali ei s'accosta si terranno gli occhiali sul naso, così gli si chiuderebbe l'uscio della conversazione formalmente sul viso, trattandolo peggio assai d'un Tedesco.»
Né l'ufficiale francese avrebbe potuto dirmelo a voce più chiaramente; e dov'ei me l'avesse detto, gli avrei tradotto il mio inchino in francese, rispondendogli: «Ch'io apprezzava la sua gentilezza, e gliene rendea mille grazie.»
Non so di verun segreto che più agevoli il commercio sociale quanto l'impratichirsi di questa specie d'abbreviatura per tradurre in un batter d'occhio i vari cenni delle fattezze e delle membra, e tutte le loro pieghe e lineamenti tradurli in piane parole. Ed io mi ci sono tanto assuefatto che girando per Londra, vo quasi meccanicamente traducendo sempre lungo la via: e mi sono più d'una volta soffermato dietro il cerchio di quelle persone tra le quali non si dicono tre parole73, e donde riportai meco venti diversi dialoghi che avrei potuto scrivere a penna corrente, e giurarvi.
Me n'andava una sera a un concerto del Martini in Milano, e mentre io poneva il piè su la soglia di quella sala, la marchesina F*** uscivane in furia; e mi fu addosso che appena la vidi: balzo da un lato per darle il passo, e balza anch'essa, e dal medesimo lato; e le nostre teste si picchiano, s'ella non si scansa lestissima per uscire dall'altra parte: e la disgrazia mi caccia per l'appunto a ritôrle il passo da quella parte: saltiamo insieme, torniamo insieme e via così da farci ridere dietro; e le vidi in volto il rossore ch'io sentiva e non poteva più tollerare in me stesso: e feci alla fine com'io doveva pur fare alla prima, non mi mossi; e la marchesina non trovò impedimento: ma io non trovava più modo d'entrare, se innanzi non mi fermava ad accompagnarla per tutto il corridoio con gli occhi, e riparare almeno così alla mia colpa. Ed ella si guardò dietro, e riguardò; e se n'andava rasente il muro, come per dar luogo a taluno che saliva le scale. «Oibò» dissi «questa è traduzione plebea74: posso far ammenda migliore, e la marchesina può giustamente pretenderla, e però m'apre questo adito»: onde, raggiungendola la supplicai che mi perdonasse, e credesse ch'io non tendeva che a cederle il passo. — Ed io a lei — rispos'ella; e ci siamo ringraziati scambievolmente. Stava in cima alla scala; e, non vedendole intorno verun cicisbeo75, la pregai che si degnasse della mia mano sino alla porta; e scendemmo fermandoci quasi ad ogni gradino a discorrere e del concerto, e del nostro sconcerto.
— Davvero, madama — le dissi dandole braccio a salire in carrozza — io feci sei sforzi perché ella potesse uscire.
— Ed io sei, perch'ella potesse entrare — disse ella.
— Se il ciel ispirasse a madama di far il settimo! — le diss'io.
— Con tutto il cuore — e mi fe' luogo nella carrozza. Le formalità non prolungano la nostra cortissima vita; entrai senza più; e m'accompagnò a casa sua, e quanto al concerto credo che Santa Cecilia76 vi fosse, e ne saprà più di me.
Dirò bensì che l'amicizia ch'io mi procacciai con questa traduzione fu a me più cara di quante ebbi l'onore di contrarre in Italia77.