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Poiché gl'imperi ed i popoli a certi periodi declinano, e anch'essi imparano alla lor volta che cosa sia l'infortunio e la povertà, io non mi starò a dire le cause che fecero gradatamente scadere in Bretagna la casa d'E***.
Aveva il marchese d'E*** virilmente tentato di sprigionarsi dall'angustia a cui l'aveva condannato la sorte, da ch'egli desiderava di serbare viva e lucida alcuna scintilla dell'avito splendor della sua casa: ma l'indiscreta prodigalità de' suoi maggiori gli avea preclusa ogni via. Rimanevagli tanto da contentare i discreti bisogni della oscurità; ma aveva due figli ch'ei credeva degni di luce, ed essi volgevano gli occhi in lui solo, Provò la sua spada, né gli sgombrò il passo, perché a salire bisognava anche un altro mezzo a cui la sola economia non poteva supplire: unico espediente gli parve la mercatura.
In tutt'altra provincia di Francia egli avrebbe così inaridita per sempre la radice dell'arbuscello che il suo orgoglio e il paterno suo cuore volevano veder rifiorito; ma in Bretagna le leggi vi provvedevano; ed egli se ne giovò. E gli fu a que' giorni opportuna la convocazione degli Stati a Rennes. Però, accompagnato dai suoi due figlioletti, entrò nell'assemblea e perorò pe' diritti d'una legge antichissima del ducato, raramente, diceva egli, allegata; ma non però men valida: e si tolse di fianco la spada.
— Eccola — diss'egli — accoglietela, e siatene religiosi custodi fino a che tempi migliori mi concedano di redimerla.
La spada fu raccolta dal presidente: il marchese rimase alquanti minuti a vederla depositare negli archivi, ed uscì.
Al dì seguente egli e la sua famiglia navigarono alla Martinica, donde (dopo diciannove o venti anni di prospera industria data a' negozi, e per alcune eredità inaspettate da' rami distanti del suo casato) ripatriò a ripetere la sua nobiltà e sostenerla.
Fu mia ventura - né la fortuna è in ciò liberale a verun viaggiatore, tranne al sentimentale - ch'io mi trovassi a Rennes appunto nel giorno di questa ridomanda solenne: solenne certamente per me.
Il marchese con tutta la sua famiglia si presentò all'assemblea. Esso dava mano alla sua dama; e il primogenito alla sorella; il figlio minore veniva a capo della fila accanto a sua madre: il marchese si ripassò due volte il fazzoletto sul viso.
Era universale silenzio. Sei passi innanzi di giungere al tribunale, il padre cedendo la marchesa al figlio minore, e avanzandosi tre passi egli solo, ridomandò la sua spada. E gli fu restituita. Né prima la riebbe, che la sfoderò quasi tutta, e quella era per lui la splendida faccia di un amico mal suo grado abbandonato; e la considerava attentissimo dall'elsa in giù come per raffigurarla: quando, accorgendosi d'un po' di ruggine verso la punta, se l'appressò all'occhio e vi chinò il capo, e parvemi che lasciasse gocciare sovr'essa una lacrima: anzi, da ciò che seguì, ne son certo.
— Troverò — disse — alcun'altra via a srugginirla.
E ricalcò la spada nel fodero. S'inchinò a' depositarj; e accompagnato dalla moglie, dalla figlia e da' due figli, s'accomiatò.
Ah! avrei pure voluto essere io nel suo cuore!