IntraText Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Non trovai difficile l'adito a monsieur le comte de B***. Aveva su lo scrittojo l'edizione di Shakespeare, e l'andava scartabellando. Nel farmi innanzi, mandai l'occhio a que' libri perch'egli scorgesse che non m'erano incogniti, e dissi ch'io mi presentava senza introduttore, sapendo che avrei trovato in quell'appartamento un amico, e confidando ch'egli m'avrebbe introdotto. Eccolo (e additai l'edizione) il mio concittadino, il grande Guglielmo Shakespeare:
— Et ayez la bonté — continuai invocando l'ombra sua — mon cher ami, de me faire cet honneur-là!
Sorrise il conte a sì bizzarro cerimoniale; e, vedendo ch'io aveva del pallido e dell'infermiccio, m'indusse a pigliarmi una sedia d'appoggio; e mi v'adagiai; e affinché le congetture su la mia visita irregolare non gl'imbrogliassero il capo gli ridissi schiettissimamente, i discorsi col librajo, che mi diedero animo a ricorrere a monsieur le comte, anziché ad altr'uomo in Francia, per esporgli certo affaruccio che m'inquietava.
— E che è mai? — disse il conte — me lo faccia sapere.
Gli narrai dunque né più né meno tutto quello che il lettore già sa.
— E il mio albergatore — continuai — si ostina, monsieur le comte, ch'io sarò alloggiato nella Bastille. Non già ch'io ne tema; perché nell'abbandonarmi nelle braccia del meglio educato tra i popoli, io era conscio della mia lealtà, e ch'io non veniva a spiare la nudità della terra98; e non m'è quasi venuto in mente ch'io mi trovava senza difesa; né si condice al valore francese, monsieur le comte, d'esercitarsi contro gl'invalidi.
A queste parole le guance del conte s'animavano di rossore.
— Ne craignez rien: la non tema — m'andava egli dicendo.
— No certamente — risposi — e poi — soggiunsi scherzando — son corso da Londra a Parigi ridendo sempre; né stimo monsieur le duc de Choiseul per sì nemico dell'ilarità ch'ei voglia ch'io per mio premio rifaccia la strada piangendo. Anzi, affinché non glie ne venga la voglia, ricorro a lei, monsieur le comte — e me gl'inchinai ossequiosamente.
Se il conte non m'ascoltava con quella amorevolezza, e soltanto m'interrompeva: — C'est bien dit, c'est bien dit — io senz'altro rimanevami a mezzo. Parvemi che la perorazione bastasse; e mi proposi di non ne dir altro.
Il conte avviava il discorso: si chiacchierò del più e del meno: di libri, di politica, d'uomini; finalmente di donne.
— Dio le benedica — diss'io, poiché se n'ebbe alquanto parlato. — Dio le benedica tutte quante! la madre Eva non ha per certo verun nipote che mi pareggi in amarle: per quanti peccatucci io vada in esse scorgendo, per quante satire io ne legga, tanto e tanto io le amo; anzi ho per fermo che l'uomo il quale non abbia una specie di dilezione per tutte, non sia capace di amarne debitamente una sola.
— Eh bien! monsieur l'Anglois! — mi diss'egli festevolmente — ella non viene a spiare la nudità della nostra terra, e gliel credo; né encore, direi forse, la nudità delle nostre donne; ma la mi passi una congettura: se, par hasard, le cadesse per la via sotto gli occhi sì fatta vista, non le rincrescerebbe, credo.
Ho in me non so che, che ripugna ad ogni minima insinuazione immodesta: e spesso nella piacevolezza della chiacchiera mi sono provato di vincermi; ma, sebbene dopo incredibili sforzi io abbia in un crocchio di dodici donne lasciato correre un centinajo di barzellette, non avrei ad ogni modo potuto avventurarne una sola, nemmeno la più innocente, con una donna a quattr'occhi, quand'anche dovesse aprirmisi il paradiso.
— La mi perdoni, monsieur le comte — gli diss'io. — Quanto alla nudità della terra, se gli occhi miei la vedessero, si poserebbero lacrimosi sovr'essa; ma quanto alla nudità delle donne — e la fantasia mi fe' tosto arrossire — io sono tanto evangelico, e la carità del prossimo mi muove per tutto quello ch'esse hanno di debole, ch'io la coprirei d'un drappo, se trovassi modo a gittarlelo addosso99. Bramo bensì di spiare la nudità de' loro cuori, e a traverso i varj travisamenti de' costumi, de' climi e delle religioni, discernere ciò che hanno di meglio per modellarvi anche il mio: ed eccole perché venni.
«Non ho dunque, monsieur le comte, visitato il Palais-Royal, non il Luxembourg, non la façade du Louvre; non ho ambìto d'impinguare i cataloghi che abbiamo di quadri, di statue e di chiese: nel mio pensiero ogni bella persona è un bel tempio dov'io son vago d'inoltrarmi a fine di ammirare le immagini originali, e gli schizzi abbozzati che vi si appendono, piuttosto che la stessa Trasfigurazione di Raffaello100.
«Questa sete che m'arde impaziente, pari a quella di tutti gli appassionati delle arti, mi trasse fuori del mio tetto: e di Francia mi trarrà per l'Italia. Viaggio riposatissimo è questo viaggio; viaggio del cuore in traccia della natura e di que' sentimenti che da lei sola germogliano, e che ci avvezzano ad amarci scambievolmente; e ad amare una volta un po' meglio gli altri mortali.»
A questo il conte rispondeva cortesissimo; e con molta gentilezza si professava obbligato a Shakespeare della mia conoscenza.
— Ma, à propos — soggiuns'egli — Shakespeare è sì pieno di alti pensieri che s'è dimenticato della lieve formalità di nominare il signore, e lasciò quest'obbligo a lei.