Ugo Foscolo
Viaggio sentimentale

VIAGGIO SENTIMENTALE DI YORICK LUNGO LA FRANCIA E L'ITALIA

64 - Maria

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64 - Maria

 

Maria si risentiva; e le domandai se si ricordava d'un uomo pallido ed esile della persona, il quale due anni addietro s'era seduto in mezzo a lei e alla sua capra. Rispose che a quel tempo era malata assai; ma che se ne risovveniva per due circostanze: perché, così malata, s'accorse che quell'uomo n'avea pietà; e poi, perché la sua capra gli aveva rubato il fazzoletto e che ella per quel furto l'aveva allora battuta. E diceva d'avere lavato il fazzoletto nel rio, e che n'aveva tenuto conto sino a quel giorno per restituirglielo, se mai lo rivedesse, com'ei le aveva mezzo promesso. Così parlando, si traeva di tasca il fazzoletto a mostrarmelo; lo custodiva piegato politamente fra due foglie di vite ravvolte d'un pampino: spiegandolo vidi una S, segnata in un de' lati.

E narravami com'ella aveva tapinato dopo quel sino a Roma, e fatto un giro in San Pietro, e che se n'era tornata; e che sola aveva ritrovato il sentiero lungo gli Appennini, e traversata tutta la Lombardia senza danaro, e le strade alpestri di Savoia senza scarpe: come ella avesse tanto patito; e come e da chi sostenuta, non potea dirlo:

— Ma Dio mitiga il vento disse Mariaper l'agnello tosato.

Tosato, e come! e nel vivodiss'io. — Ma se tu fossi nella terra de' miei padri dove ho un abituro, io ti raccorrei meco per ricovrarti: tu mangeresti del mio pane e berresti nella mia tazza128: sarei buono col tuo Silvio: a te debole e vagabonda, io verrei sempre dietro per ravviarti: al tramontar del sole io direi le mie preghiere; e quando avessi finito, tu soneresti il salmo della sera sul tuo flauto: né l'incenso del mio sacrificio saria meno accetto, salendo ne' cieli con quello d'un cuore straziato.

La natura stempravasi dentro di me mentr'io parlava; e Maria, osservando che il fazzoletto che io mi traeva di tasca era omai troppo molle per asciugarmi gli occhi, voleva lavarmelo nel ruscello.

— E dove lo rasciugherai tu, Maria?

— Nel mio senorispose — mi farà bene.

— Tanto arde ancora il tuo cuore, Maria? — le diss'io.

Io toccava una corda su la quale erano tesi tutti i suoi guai: fissò alquanto gli occhi smarriti sul mio volto; poi, senza dirmi parola, prese il suo flauto, e sonò l'orazione alla Vergine. La vibrazione della corda da me toccata cessò: in uno o due minuti Maria si riebbe: lasciò andare il suo flauto e s'alzò.

— E dove vai tu, Maria?

Dissemi: — A Moulins.

— Vuoi tu venirci meco? — diss'io.

Appoggiò il suo braccio sul mio, lentando la cordella al cagnoletto perché ci seguisse. Così entrammo in città.

 

 





128 De pane pauperis comedens, et de calice ejus bibens. — Reg., lib. II, XII, 4. (F.)



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