Ugo Foscolo
Viaggio sentimentale

VIAGGIO SENTIMENTALE DI YORICK LUNGO LA FRANCIA E L'ITALIA

68 - Le Grazie

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68 - Le Grazie

 

Però che il vecchio picchiò del manico del suo coltello sul desco, e fu a tutti segnale che s'allestissero al ballo.

E le fanciulle e le donne corsero in fretta alle prossime camere a rannodarsi le trecce; e i giovinotti presso la porta a ripulirsi il viso nella fontana, ed a sbrogliarsi de' loro sabots133; né vi fu chi in tre minuti non si trovasse già bello e lesto sull'aiuola dinanzi alla casa. Il padre di famiglia e la sua donna uscirono ultimi; e mi posero a sedere in mezzo a lor due, sopra un sofà d'erba accanto alla porta.

Fu già, cinquant'anni addietro, il buon vecchio un competente suonatore di viola, ma per allora suonava sufficientemente quanto al bisogno: la sua vecchierella gli faceva tenore canterellando, poi faceva pausa, poi ripigliava la sua canzonetta; e i loro figliuoli e nipoti ballavano tutti quanti davanti ad essi, a quel suono.

Se non che, a mezzo il secondo ballo, nella breve pausa che vi frapposero, gli occhi di tutti s'alzarono; ed immaginai di scorgere ne' loro sembianti certa elevazione di spirito, che non ha che fare con l'esultanza che precede e succede all'innocente tripudio. Parvemi insomma che la religione s'accompagnasse alla danza: ma perch'io, non l'aveva mai veduta in tal compagnia134, l'avrei per certo creduta una delle tante illusioni della mia fantasia che mi divaga come a lei pare e piace ogni sempre, se il vecchio sul finir della danza non mi diceva ch'egli per consuetudine antica, e per regola impreteribile, aveva in tutte le sere della sua vita chiamata dopo cena la sua famiglia a ricrearsi a ballare; perch'io, diceva egli, son certo che un cuore ilare e pago è il ringraziamento migliore che un campagnuolo idiota possa rendere al cielo.

— Non che un dotto prelatodiss'io135.

 

 





133 Specie di zoccoli. (F.)



134 Mi fa meraviglia che Yorick non si ricordasse del re David: Et David saltabat totis viribus ante Dominum. - Et omnis Israël ludebat coram Domino in omnibus lignis fabrefactis, et citharis, et lyris, et sistris, et cymbalis. - Et vidit regem David subsilientem et saltantem coram Domino. Reg., lib. II, cap. VI. (F.)



135 Su la fine del secolo XV il frate Savonarola, non ostante la scomunica e i monitorj del Papa, «usava far venire i suoi frati e i cittadini in tanto fervore, che gli faceva uscir della chiesa, e su la piazza di San Marco (in Firenze) gli faceva ballare e saltare, e mettere in ballo tondo pigliandosi per mano un frate e un cittadino, e cantavano a ballo canzoni spirituali composte da Girolamo Benivieni, che tra gli scrittori di rime toscane in que' tempi fu molto lodato». — Nerli, Commentarj, lib. IV, ann. 1497. - Inoltre lessi nel Vocabolario di santa Caterina, alla voce presta: «Che nella diocesi di Siena raccoglievansi diverse brigate di contadini e di contadinelle a cantar Maggio, e alla fine del mese solevano nella piazza delle chiese parrocchiali celebrare una danza solenne, tassando per ciaschedun ballo i giovani in una crazia o un soldo, e di quel danaro crescevano l'offerta alla chiesa, e talora ne facevano la dote per una delle fanciulle maggiajuole. Un arcivescovo abolì questo rito». - Eppure anche san Francesco ballava co' suoi frati. Vedi Fioretti. (F.)



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