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Va; la mia fè ti giovi. Il campo io movo
Ver le dardanie rocche; e sarà face
Al sentier mio l’incendio delle tende
De’ prigionieri.
Ben fuggi il sol; ben nella notte fidi!
Ma non osi assalirmi; e vuoi ch’io stesso
Abbandonando i miei congiunti a morte
Mi palesi tuo servo; o che la plebe
Me traditor sospetti, ov’io col greco
Scempio i Frigii difenda. Or di’: non pende
Sui guerrier nostri che tien Priamo avvinti
La scure e il foco? E me divider pensi
Dall’onor, dalla sposa, e dal mio soglio
Con le fiamme e i cadaveri? Vien dunque
Poichè per mari d’innocente sangue
Nuoti al sommo poter, vieni; e la tua
Fama, e la patria, e te sommergi. — Vedi
A terra il balteo e la vagina. Ignudo
Sempre a’ tuoi sguardi questo acciar baleni
Finchè sicura e libera non sia
La Grecia meco.
Agamennone atterrirà voi tutti
Ed i figli e i nepoti. — A me il mio scettro.
— Tu Ifigenia reggi i destrieri e l’ira.