Ugo Foscolo
Ajace

ATTO QUINTO

SCENA TERZA Ajace, Calcante

«»

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

SCENA TERZA

Ajace, Calcante

CALCANTE

Io tremo:

Che deggio io far?... tu che rivolgi in mente?

AJACE

Non gloria a me, libertà, speme,

Tranne il mio brando e questo petto ov’io

Piantarlo possa, a me nulla piú resta.

Va’, di’ ch’io muojo, e fia tronca ogni rissa,

CALCANTE

Oh ciel!... Tu dunque rapirai i tuoi giorni

Al voler degli Dei!... Tu d’inaudita

Colpa agli Achei primo darai l’esempio!

AJACE

Fellone io sembro, e viver deggio? — dove? —

Per chi? Fu vano tanto sangue offerto

A libertà; vinto fu Atride, e pugna.

Posso domarlo io piú? trarrò alla rissa

I pochi amici della mia sventura

Or che il furor de’ barbari sovrasta

Al popol nostro? Affronterò i Trojani?

Ma non gli affida il fratel mio? Già i Greci

La mia difesa abborrono. posso

Pugnar se il mio fratel io non uccido,

Onde recar poscia alla patria i miei

Ceppi e l’obbrobrio e il lutto. — O se vedessi

Tu come l’infortunio in poche ore

M’ha trasmutata l’alma!... io... quel fratello

Ch’ebbi caro, e tuttavia fedele

Stimo,... io talor d’atri disegni accuso:

Sgombrarsi il mio trono paterno ei tenta.

Forse; e s’ei vince svenerà il mio figlio.

In bassi, tremanti, orridi sensi

Or la vita io protraggo! — Se di noi

Han cura i numi, e m’han dannato a tristi

Servili , non mi dorrò dell’alta

Ingiusta legge; eluderla ben posso. —

Va, riconcilia e salva i Greci; in tempo

Sei forse.

CALCANTE

... Teco noi trafiggi... e mentre

L’evento ignori de’ consigli eterni

Tu lo precidi. Indugia almen... per poco

Spera...

AJACE

Se il figlio orfano mio distormi,

quella ch’io morendo amo piú sempre,

Non può; tu certo nol potrai. Ben sento

Freddo un orror nel perdere la luce

Del giorno: odo ulular i disperati

Miei genitor nel funereo deserto

Delle mie case... — Il suo materno seno

M’apre intanto la terra; ed altro asilo

Che in quelle sacre tenebre non trovo. —

Deh vola; salva con Atride i Greci,

Fa santo il scettro del tiranno; il mio

Capo e di Teucro al Tartaro consacra;

Reca al volgo i suoi numi; uniche vie

A ricondurlo alla comun

Fien oggi: va... Se mai cedono i Teucri

Avvisa i re che su la Grecia pende

L’ambizïon d’Agamennone, pende

Sovr’essi il ferro e la calunnia e Ulisse.

Di’ che del morir mio solo conforto

M’è il ridestarli omai... se rammentarmi

Sdegnano, almen di Palamede, almeno

Di Filottete vittime d’Atride

Giovi il tremendo esempio... — Tu i miei fati

Rispetta.

CALCANTE

... Ohimè — che all’orrido proposto

Ti lasci! almen...

AJACE

E tu abbracciarmi, o giusto,

Potresti? Vedi di che sangue io grondo.

Or di Lete la sacra onda lavarmi

Dovrà. Ben tu l’esangue Ajace ignudo

Amerai sempre. A quegl’iniqui invola

Il cadavere mio: l’ascondi dove

Nessun m’insulti e gridi: Ecco la fossa

D’un traditor.

CALCANTE

E cosí dunque inganni

La moglie tua, che a te, misera! torna?

AJACE

Poichè tu il brami, l’empio Ilio trionfi;

Tu inorridisci intanto...

CALCANTE

Arresta — ... Addio.

AJACE

Men infelice di me vivi! — Addio.

CALCANTE

Gl’iniqui e i giusti un fulmin solo atterra.


«»

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA1) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2009. Content in this page is licensed under a Creative Commons License