Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Renato Fucini
Le veglie di Neri

IntraText CT - Lettura del testo

  • Lucia
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

Lucia

 

Con la sua voce d'argento chiamò: «Bianchina, Bianchina» e rimase attenta ad ascoltare... Un merlo, spaurito, fuggì chioccolando da un cespuglio prossimo alla rupe, in vetta alla quale stava Lucia chiamando la sua capretta, ma la capretta non rispose. «O Dio! chi mi rende la mia Bianchina? Chi mi rende la Bianchina mia?» e ponendosi afflitta a sedere, col mento appoggiato ad una mano, tende l'occhio addolorato alle pendici del colle e tristamente si abbandona ai suoi pensieri.

Il sole bacia le sue spalle nude, e la brezza della sera la investe fasciandole i panni alla persona elegante e le assalta briosa la chioma, come se volesse rubarle quel fiore dei campi che agitato rosseggia fra le sue lucide trecce.

Come sei bella in mezzo alla primavera, o fresca Lucia! e sei sola sulla terra, povera Lucia!

Il padre suo morì di febbre in Maremma: la madre è lontana, ha la sua casetta su quelle montagne azzurre laggiù in fondo in fondo, ed è vecchia per gli stenti ed inferma... se a quest'ora non è già a riposarsi nel cimitero di fianco alla chiesa. E il fratello? Chi sa! Andò soldato; lo mandarono di dal mare; e non ha scritto più nulla da due anni... dove sarà?

Cacciata dal bisogno, dopo aver abbracciato i suoi cari, scese dalle montagne natie, ed ora, garzona di un contadino delle valli, fila, guarda quei monti lontani e guida le capre alla pastura.

La madre ed il fratello erano così da lei chiamati, ma non erano tali. L'avevano allevata e tenuta cara finché l'Ospizio dei Trovatelli passò loro quindici lire al mese; dopo, con un tozzo di pane ed un paio di scarpe nuove, le insegnarono la strada, e serrandole dietro la porta: «Dio t'accompagni, bambina mia!» e Lucia scese al piano ed ora fila, guida le capre alla pastura e guarda quei monti lontani.

«Se ritorni senza la capra, pover'a te!», le ha detto dianzi Rosalba cacciandola a spintoni fuori della stalla. E Lucia lo sa che cosa l'aspetta se la capretta fosse smarrita per sempre; lo sa, e col mento appoggiato sopra una mano tende l'occhio addolorato alle pendici del colle e pensa e singhiozza.

«Se non ritrovo la mia capretta, stasera non mi daranno da cena e Rosalba mi picchierà come l'altra volta... mi fece tanto male al petto! O Dio, Dio

Un ramarro, verde come le foglie del fico selvatico sul quale si era arrampicato per cercare gli ultimi raggi del sole cadente, vibrando la lingua veloce, la fissava, non visto, coi suoi occhi d'ebano, e Lucia singhiozzando pensava:

«Mi manderanno via... domani! forse stasera! e non ci ho colpa. Le ho munte stamani alle sei, le ho contate e c'erano tutte... Dodici lire! e dove le trovo per dire a Rosalba: «Tenete; la capra è smarrita e queste sono le dodici lire che costava?». Non mi daranno da cena; Rosalba mi picchierà e mi chiameranno... O Dio, Dio!».

Una folata di vento più forte le portò via il fiore dai capelli; si alzò lesta per riprenderlo e il core le fece un balzo d'allegrezza al rapido fruscio che sentì tra le foglie a pochi passi da lei e credé ritrovata la sua capretta. Il ramarro, spaventato dal movimento di Lucia, s'era lasciato cadere dal ramo del fico selvatico, e, strisciando come una saetta, era corso a rifugiarsi nel cavo d'una ceppa di castagno.

Raccolse il fiore e se lo accomodò più forte tra i capelli. A Lucia era caro quel fiore come tutti gli altri che ogni mattina coglieva per adornarsene il capo e per offrirli la sera alla Madonna che pendeva a capo del suo letticciuolo. Anche quella sera non sarebbe mancato alla Vergine l'omaggio di quel povero fiore.

Lucia guardò il sole, e vedendo il suo disco mezzo tuffato sotto l'orizzone lontano, sentì il proprio sgomento farsi maggiore e disperata chiamò per l'ultima volta: «Bianchina, Bianchina mia, teeeh!».

Un leggiero belato si udì ad un trar di ramo da lei; un lampo di gioia le balenò nei limpidi occhi celesti e, tra le spine, tra i sassi, attraverso ai rovi, ferendosi i piedi scalzi e gridando allegramente: «Bianchina, Bianchina bella, Bianchina mia», corse affannata verso il cespuglio dal quale era partito il belato, e, ficcandosi smaniosa tra i suoi rami fronzuti, sparì fra quelli tutti lieta, e sorridente.

Lucia dall'alto della sua rupe non aveva scorto due occhi umani che da un'ora lacrimavano di stanchezza, avventando faville assetate agli occhi suoi, alle sue spalle, al suo colmo seno, e credé messo dalla sua capretta il belato che il ruvido Tonio scaltramente aveva imitato, ed era corsa... ed era corsa, povera Lucia! lieta e sicura, come l'usignolo innocente corre gorgheggiando nella bocca del rospo che digiuno lo guarda.

Il vento è cessato; di quel ciuffo di frassini nessuna foglia si muove, e il sole già tramontato si tira dietro gli ultimi lembi del suo manto di luce.

Appena scesa la notte, la capra tornò belando alla casa in cerca delle sue compagne. Tutti le mossero lieti incontro; Lucia sola non si mosse né si rallegrò. Aveva il viso acceso, un livido in una gota e i capelli e le vesti in disordine... «Se ti senti male, va' a letto», le disse Rosalba fattasi cortese dopo il ritorno della capra. E Lucia s'avviò stanca alla sua cameretta... Cercò il fiore per offrirlo alla Regina degli Angioli, ma l'aveva perduto! Sentì una stretta al core, dette in uno scoppio di pianto e cadde sul suo letticciuolo dove aspettò il giorno spasimando.

Tonio quella sera non aveva sonno. Aguzzò tutti i pali per i gelsi della colmata; rifece la traversa all'erpice vecchio e fino al tocco dopo la mezzanotte rimase a frescheggiare sull'aia, cantando a gola spiegata.

Era uno stellato di paradiso.

 

 

 




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License