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Anton Francesco Grazzini La strega IntraText CT - Lettura del testo |
FABRIZIO. Oh! per mia fé che quello è Luc'Antonio.
LUC'ANTONIO. A Dio piaccia di consolarmi.
FABRIZIO. Lasciami fare innanzi e salutarlo. Buon giorno vi dia Dio.
LUC'ANTONIO. E a te il buon giorno e 'l buon anno.
FABRIZIO. O Luc'Antonio, io ho le buone novelle stamattina.
LUC'ANTONIO. Eh, eh, figliuol mio, l'amor te ne inganna; credi tu che, se egli fusse vivo, che non se ne fusse mai udito qualche cosa? Tu hai troppa fede in quella vecchia.
FABRIZIO. Io le ho fede per certo, perché io ne ho veduto la isperienzia; e vi dico ora per ultimo che voi vedrete Orazio avanti che vada sotto il sole.
LUC'ANTONIO. Chi te l'ha detto? ha' lo tu da colei?
FABRIZIO. Luc'Antonio, io non so tante cose, e metterò cinquanta ducati contro a cento de' vostri, e dirò che per tutto oggi Orazio vostro figliuolo si truova in questa città.
LUC'ANTONIO. O poveretto, sei tu fuori di te? Dio il volesse! guardati da un altro, che io non ti vo' vincere.
FABRIZIO. Vincere a vostra posta, io ho paura che voi non dubitiate di perdere.
LUC'ANTONIO. Non t'ho io promesso di donare cento scudi se fra un mese, nonché fra un giorno, mio figliuolo si trovava in Firenze? che vòi tu dunque andar giocando?
FABRIZIO. Faceva per avergli più al sicuro, e non ve ne avere obbligo.
LUC'ANTONIO. Io vo' donartegli e restartene obbligato.
FABRIZIO. E così mi promettete?
LUC'ANTONIO. E così ti prometto.
FABRIZIO. State di buona voglia, che voi lo vedrete prima che sia sera, e ordinate intanto i danari. Io voglio andare or ora a fare una faccenda: rimanete in pace.
LUC'ANTONIO. Va' in buon'ora. Se fusse di state, che si dorme dopo desinare, io direi: forse io vedrò in sogno, come io lo veddi stamattina. Ora lasciami andare a provveder a' casi miei, che sarà molto migliore opera.