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Anton Francesco Grazzini La strega IntraText CT - Lettura del testo |
LUC'ANTONIO. Appunto, o Fabrizio, io voleva uscir fuori per cercarti.
FABRIZIO. E io vengo a trovarvi a posta. Luc'Antonio, io ho guadagnato la scommessa: ecco qui Orazio vostro figliuolo.
ORAZIO. O mio padre, il molto ben trovato.
LUC'ANTONIO. O figliuol mio dolce, tu sei pur desso: ringraziato sia il cielo che io ti veggio vivo e sano, dove t'ho più mesi pianto per morto.
ORAZIO. Io vi fui ben presso: pur, lodato sia Iddio, io mi ritrovo qui.
LUC'ANTONIO. O figliuol mio, come hai tu fatto?
ORAZIO. Non è tempo ora: ogni cosa saperrete; ma, prima che altro segua, ed io ed egli vogliamo una grazia da voi.
LUC'ANTONIO. Cosa ch'io possa.
FABRIZIO. Noi vogliamo, per dirla a un tratto, che voi siate contento di dar la Geva per moglie a Taddeo Saliscendi.
ORAZIO. Mio padre, egli è ricco e tratteralla bene; e oltre a questo non si cura di dote.
LUC'ANTONIO. Già più tempo fa, egli me la fece chiedere pur senza dote; ma, pensando io che tu fussi morto, dovendo ella rimanere reda, gliela disdissi, e fecigli intendere che mai più non me ne ragionasse, avendo in animo di fare altro parentado; ma, ora che tu sei vivo e tornato, poiché io ve ne fo tanto piacere, gliene darò volentieri, e non si ragioni d'altro.
FABRIZIO. E così manterrete?
FABRIZIO. Io dunque per parte vostra gli ne posso promettere?
LUC'ANTONIO. Sicuramente, ed anche a tua posta venir per la scommessa.
FABRIZIO. Voi sete uomo dabbene. Orazio, vattene con tuo padre in casa.
LUC'ANTONIO. Sì, figliuol mio caro.
FABRIZIO. Noi aremo agio a rivederci.
LUC'ANTONIO. Andianne, che mi pare mill'anni di sapere come tu scampasti, e come tu sei arrivato qui, e quando.
ORAZIO. In casa vi narrerò il tutto particularmente.
LUC'ANTONIO. Fabrizio, lasciati rivedere, vedi, io ho bisogno di favellarti, e per tuo conto.