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Anton Francesco Grazzini
La strega

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Scena decima - Bozzacchio, Fabrizio

 

BOZZACCHIO. Messere.

FABRIZIO. Dove andavi tu?

BOZZACCHIO. A cercar di voi per parte di quelle donne, e dirvi come...

FABRIZIO. Non più, non più, piglia questo anello; odi, egli debbe valere parecchi decine di scudi, e va' a Pippo pollaiuolo, e digli che per questa sera ordini un convito a trenta persone, onorevole e suntuoso il più che sia possibile per in casa Luc'Antonio Palermini: hai tu inteso?

BOZZACCHIO. Benissimo.

FABRIZIO. E nel venirtene fa la via da casa di Taddeo, e fa intendere a lui e alla brigata che stasera venghino alle nozze.

BOZZACCHIO. A quali nozze?

FABRIZIO. Basta, e' t'intenderanno; e dopo vattene in Borgo San Lorenzo, e all'osteria della Campana domanda di Giuseppe da Genova, e per parte di monna Oretta sua padrona lo mena teco in casa Luc'Antonio, dove io sarò. Terrai tu a mente?

BOZZACCHIO. Sì, terrò bene.

FABRIZIO. Orsù, intanto che io vo a fare un'altra faccenda, licenzia tu questi gentiluomini, a fine che più non stiano a disagio.

BOZZACCHIO. Voi avete inteso, nobilissimi ascoltatori: altro non vi so dire, se non che io ho a tener a mente una lunga filastrocca, e dare una gran giravolta; e perché qui è fornito ogni cosa, siate licenziati. E romoreggiando fate segno d'allegrezza.




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