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Antonio Labriola
In memoria del manifesto dei comunisti

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Ma quello scritto, che era il Manifesto, di così piccola mole com'è, e di stile così alieno dalla retorica insinuazione di una fede o di una credenza, se fu tante e tante cose come sedimento di pensieri varii ridotti per la prima volta ad unità intuitiva di sistema, e come raccolta di germi capaci di largo sviluppo, non fu però, né pretese di essere, né il codice del socialismo, né il catechismo del comunismo critico, né il vademecum della rivoluzione proletaria. Le quintessenze possiamo ben lasciarle all'illustre Schäffle, a cui conto lasciamo anche ben volentieri la famosa questione sociale che è questione di ventre. Il ventre dello Schäffle fece per molti anni bella mostra di sé per il mondo, a delizia di tanti sportisti del socialismo, ed a sollievo di tanti poliziotti. Il comunismo critico, in verità, cominciava appena col Manifesto; doveva svilupparsi, e difatti si è sviluppato.

 




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