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Antonio Labriola In memoria del manifesto dei comunisti IntraText CT - Lettura del testo |
Il comunismo critico non si è rifiutato mai, né si rifiuta, di accogliere in sé tutta la molteplice e ricca suggestione ideologica, etica, psicologica e pedagogica, che può venirgli dalla conoscenza e dallo studio di quante mai forme furono di comunismo e di socialismo, da Falea di Calcedonia a Cabet1. Anzi gli è precisamente con lo studio e per la conoscenza di tali forme, che si sviluppa e si fissa la coscienza del distacco del socialismo scientifico da tutto il resto. E chi in tale studio vorrà rifiutarsi di riconoscere, ad esempio, che Tommaso Moro fu un animo eroico e uno scrittore insigne del socialismo? E chi vorrà non rendere nel proprio animo un tributo di straordinaria ammirazione a Roberto Owen, il quale primo acquisì all'etica del comunismo questo principio indiscutibile: che il carattere e la morale degli uomini sono il necessario resultato delle condizioni in cui essi vivono, e delle circostanze in cui si trovano e si sviluppano? E inoltre i comunisti critici si credono in dovere, nel ripensare alla storia, di pigliar partito per tutti gli oppressi, quale che fosse la sorte loro; - e fu invero sempre quella di rimanere oppressi, o di aprir le vie, dopo breve ed efimero successo, a nuovo dominio di nuovi oppressori!