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Antonio Labriola In memoria del manifesto dei comunisti IntraText CT - Lettura del testo |
L'uomo ha fatto la sua storia, non per metaforica evoluzione, né per correr su la linea di un presegnato progresso. L'ha fatta, creandone a se stesso le condizioni; cioè, formando a se stesso, mediante il lavoro, un ambiente artificiale, e sviluppando successivamente le attitudini tecniche, e accumulando e trasformando i prodotti della operosità sua, per entro a tale ambiente. Noi di storia ne abbiamo una sola: né quella reale, che è effettivamente accaduta, possiamo noi confrontare con un'altra meramente possibile. Dove trovare le leggi di tale formazione e sviluppo? Le antichissime formazioni non ci son chiare alla prima. Ma questa società borghese, come nata di recente, e non giunta ancora a pieno sviluppo nemmeno in ogni parte di Europa, serba in sé le tracce embriogenetiche della sua origine e del suo processo, e le mette in piena evidenza nei paesi in cui sorge appena sotto ai nostri occhi, p. e., nel Giappone. Come società che trasforma tutti i prodotti del lavoro umano in merci, mediante il capitale, come società che suppone il proletariato, o lo crea, e che ha in sé l'inquietezza, la turbolenza, la instabilità delle continue innovazioni, essa è nata in tempi certi, con modi assegnabili e chiari, per quanto varii. Di fatti, nei diversi paesi ha modi differenti di sviluppo: dove, p. es., comincia prima che altrove, come in Italia., e poi si arresta; e dove, come in Inghilterra, procede costantemente per tre secoli di economica espropriazione delle precedenti forme di produzione, o della vecchia proprietà, come dicesi nella lingua dei giuristi. In un paese essa si fa a grado a grado, combinandosi con le forze preesistenti, e di quelle subisce l'influsso per adattamento, come fu il caso della Germania, ed ecco che in altro paese rompe l'involucro e le resistenze in modo violento, come accadde in Francia, dove la Grande Rivoluzione rappresenta il caso più intensivo e vertiginoso di azione storica che si conosca, ed è perciò la più grande scuola di sociologia.