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Antonio Labriola In memoria del manifesto dei comunisti IntraText CT - Lettura del testo |
Il Manifesto dei comunisti, al quale, quanto a specifica efficacia, non può fare da surrogato nessuno degli scritti anteriori o posteriori degli autori stessi, che per estensione e portata scientifica son di tanto maggior peso, ci dà nella sua classica semplicità l'espressione genuina di questa situazione: il proletariato moderno è, si pone, cresce e si svolge nella storia contemporanea come il soggetto concreto, come la forza positiva, dalla cui azione, inevitabilmente rivoluzionaria, il comunismo dovrà necessariamente resultare. E per ciò questo scritto, cioè per tale enunciazione di presagio teoreticamente fondato ed espresso in detti brevi, rapidi, concisi e memorabili, costituisce un'accolta, anzi un vivaio inesauribile di germogli di pensieri, che il lettore può indefinitivamente fecondare e moltiplicare; serbando esso la forza originale ed originaria della cosa nata appena appena, e non ancora divelta e distratta dal campo di sua propria produzione. Osservazione cotesta, che va principalmente rivolta a quelli, che, facendo professione di dotta ignoranza, quando non siano a dirittura fanfaroni, ciarlatani o allegri sportisti, regalano alla dottrina del comunismo critico precursori, patroni, alleati e maestri d'ogni genere, in oltraggio al senso comune e alla volgare cronologia. O sia che inquadrino la nostra dottrina materialistica della storia nella concezione il più delle volte fantastica e troppo generica della universale evoluzione, che già da molti fu ridotta in nuova metafora di novella metafisica; o sia che cerchino in tale dottrina un derivato del darwinismo, che solo in un certo modo, ma in senso, assai lato, ne è un caso analogico; o che ci favoriscano l'alleanza e la padronanza di quella filosofia positivistica, la quale corre dal Comte, degeneratore reazionario del geniale Saint-Simon, a questo Spencer, quintessenza di borghesismo anemicamente anarchico: il che vuol dire, dare a noi alleati e protettori i dichiarati e decisi avversarii nostri.