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Giovanni Battista Leoni
Madrigali

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20 - Fissa contemplazione amorosa

 

Ape son io, che sussurando intorno

Coi miei sospiri a i gigli et a le rose

D'una celeste eterna primavera,

Tento, ardisco e m'aggiro,

Volo, rivolo e miro

L'esca vital che Amor quivi compose;

basto tanto ad impetrarne un giorno,

Che possa nutrir l'alma, onde non pera.

Avara crudeltà d'empio Signore,

Negar cibo a chi more?

Lasso, e quel cibo stesso,

Amor, che m'hai promesso?

Ma s'ape io son, volgasi in questo core

L'aculeo; e sangue traggasi e non mèle,

Et in me sia pietà l'esser crudele.

 

 




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