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Paolo Mantegazza
Un giorno a Madera

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    • 5 - Reliquie di William e di Emma
      • 7 - William a Emma - San Terenzo, 20 Aprile 18...
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7 - William a Emma - San Terenzo, 20 Aprile 18...

 

Mia sorella, maleditemi, ma ascoltatemi. Io non so resistere a dirvi subito che son qui presso a voi: è una gioia troppo grande questa, perché la possa nascondere, perché la possa tacere. Qui dove mi trovo vedo la casa dove abitate, vedo le finestre chiuse dietro a cui state, in questo momento, sognando e sospirando. Fra me e voi non vi sono che due palmi di giardino: e le canne del mio orto, mosse dalla brezza marina, accarezzano amorose le pareti della vostra casa.

Io non ho chiuso occhio tutta la notte. Da ieri sera non sentite voi che l'aria di San Terenzo è diversa di prima? Io mi sento così pieno di felicità, così inebbriato d'una beata inquietudine che mi pare da ieri sera che tutti debbano accorgersi ch'io sono l'uomo più felice del mondo; e (non ridete) mi son già guardato più di dieci volte nello specchio per vedere se quest'uomo che godeva tanto, che sentiva tutto un mondo nuovo esultare nelle sue viscere, fossi proprio io.

Dopo aver osato rompere la mia promessa di non cercarvi, non v'è più peccato che mi sembri grave, e oso ancora violare un giuramento, quello di non scrivervi più; ma scrivendovi, avrei tante e tante cose a dirvi che non so da quale incominciare e in me balza e si agita uno spirito che non lascia posa al pensiero; e levo gli occhi ogni minuto dal foglio per guardare la vostra finestra; e sento che tutta l'anima mia circonda la vostra casa di un'atmosfera di amore e l'accarezza come la cosa sua più cara, più santa. Non posso più contenere i miei pensieri nelle dighe di questo foglio e voglio subito che voi sappiate che son qui a San Terenzo con voi; voglio subito che mi scacciate lungi da voi le mille miglia o che posando la vostra mano sul mio capo mi diciate con un vostro sorriso:

- William, fratello mio, ti perdono.

Addio, Emma, vado a cercare chi vi porti questa mia lettera.

 

 




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