Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Paolo Mantegazza
Un giorno a Madera

IntraText CT - Lettura del testo

  • RICORDI A MIA FIGLIA EMMA
      • 8 - Emma a William - Londra, 17 luglio.
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

8 - Emma a William - Londra, 17 luglio.

 

Dunque, mio buon William, per amor tuo conviene lasciarci. Io parto per Madera; lo vuole anche il vecchio medico di mio padre. Egli vive ritirato da molti anni nella sua villa di Brompton e ieri ho fatto una gita a casa sua insieme alla zia Anna. Era molto tempo che non lo vedeva, ma dalla zia aveva già saputo tutto, ché tu lo sai, egli è il consigliere nostro in ogni cosa importante. In lui vive ancora un raggio della vita e della mente di mio padre.

Non posso vederlo senza sentirmi gli occhi gonfi, e quando mi dirige la parola con una calma lentezza e con una dolcezza penetrante e affettuosa, mi sento tutta commossa. Egli ha più di ottant'anni, ma nessuna delle infermità della vecchiaia lo rende riluttante o molesto agli altri. Gli anni non gli hanno dato che un'indulgenza senza fine per le miserie e le colpe degli uomini, e gli hanno scolpito sul volto un eterno sorriso. La zia Anna mi ha detto che sorride sempre, anche quando dorme. Ha tutti i capelli bianche e li tien lunghi e ben pettinati; il volto grasso, rotondo, ben rasato; ei mi ricorda Franklin.

Quando giungemmo a Brompton, egli era in giardino tutto occupato a rimondare un cespuglio di rose. Appena mi vide, mi venne incontro e mi abbracciò, come se fossi una sua figliuola, e mi fece entrare colla zia nel suo studio, e , seduto accanto a me, mi tenne per un pezzo una mano stretta nella sua, e, guardandomi amorosamente, non sapeva dir altro che:

- La nostra Emma! La nostra brava Emma!

Gli raccontai per filo e per segno la mia visita ai tre oracoli della medicina inglese; ed egli sorrise più d'una volta.

- Sì, sì, mia cara Emma, voi dovete andar a Madera: dovete rimanervene un paio d'anni almeno, finché siate completamente ristabilita. E poi, e poi si ritorna in Inghilterra per mettere alla prova la salute conquistata, e se in altri due inverni inglesi non abbiamo tossecatarro, e se intorno a questi ossicini riusciamo a mettere un poco di carne e di lardelli, allora Emma fa un'ultima confessione al vecchio dottor Thom, e questi le l'assoluzione completa di tutti i peccati e le permette di sposare il suo William. Non va bene così?

- Caro dottore, possano le vostre parole esser sante, possa ascoltarle il mio povero padre.

- Sì, vostro padre ci ascolta; e quando io in nome suo vi dirò Sposate William, voi lo potrete fare con piena coscienza di non mancare alla vostra parola; ai vostri giuramenti.

- Ma, mio buon dottore, io ho pur giurato a mio padre di non prendere mai marito!

- Cara creatura, questo è verissimo, ma noi dobbiamo esser servi delle idee e non delle parole. Quando la vostra salute fosse completamente ristabilita e la vostra costituzione rifatta, mancherebbero le ragioni per le quali vostro padre esigeva da voi una solenne promessa. Non vi ha egli detto che in ogni caso aveste a consultarmi e a seguir ciecamente ciò che vi avrei detto di fare?

- Sì, dottore, e per questo vi ubbidirò ora e sempre, senza esitare, senza domandar spiegazioni, senza guardarmi indietro.

Non aveva veduto mai quel mio dottore più bello, più sereno. Io lo avrei baciato e ribaciato cento volte. Mi accorgeva chiaramente che egli, consolandomi, non mi ingannava, ma ch'egli stesso credeva che potrei guarire, e che potrei essere tua, un giorno. E quelle parole così piene di felicità pronunciate da una bocca che mi pareva santa, mi trasportavano in un mondo di paradiso.

E il buon vecchio se n'accorgeva e i suoi occhi fermandosi a lungo sovra di me, nuotavano in un sorriso che era lagrimoso tanto era tenero.

Si rivolse a mia zia:

- Ma, e il signor William saprà aspettare tanto tempo, saprà vivere in tanta incertezza per quattro o cinque anni?

Risposi io alla domanda fatta alla zia, e sentendomi diventar rossa rossa, dissi con accento molto lesto:

- Oh sì, certamente, William mi aspetterà.

Ho fatto molto male, caro William, a prometter tanto, a farmi mallevatrice di tanta pazienza? smentiscimi subito, se lo vuoi.

- Oh! a proposito -, m'interruppe ridendo forte il dottor Thom, - il signor William deve darvi la sua parola che non sarà mai a trovarvi a Madera, che vi lascerà sola col vostro egoismo (ne avete dell'egoismo?) tutta intenta a guarire. Alla fine, se volete guarire è per lui, è per lui solamente.

Io ti rifaccio a modo mio questo dialogo, ma sono sicura che aggiungo molte parole che noi non abbiam detto. S'era in tre: ma ci intendevamo a mezze parole, e i sorrisi e i segni entravano nei nostri discorsi più che le parole.

- Io vi manderò a Londra un libriccino manoscritto che porterete con voi a Madera: sarà il vostro medico. Vi darò anche una lettera per il mio amico, il dottor Sonthey, ma non la si presenterà che quando aveste la disgrazia di essere obbligata a stare a letto; e spero che ciò non avverrà mai in quell'aria di latte tiepido. E con chi andate a Madera?

- Con me -, rispose la zia Anna.

Avrei voluto che tu fossi presente a quella scena, mio William; avrei voluto che tu sentissi quanta bontà era nascosta nell'accento semplice, naturale, tenero con cui la zia Anna pronunciò quelle parole: con me. La bontà di mia zia è così profonda, così uniforme nella sua tenerezza, e così intimamente fusa colla sua natura, che i giorni e i mesi passano, senza che io abbia tempo o luogo a pensare ch'ella è buona; ma quando in un'occasione come è questa si getta lo scandaglio in quel suo carattere così infinitamente buono, si rimane sorpresi dinanzi a tanta serenità limpidissima.

La sua bontà è un cielo eternamente sereno, e non lo sa apprezzare che chi ha conosciuto in altre terre la nebbia, la pioggia e gli uragani.

Anche il dottor Thom rimase commosso dall'accento dolcissimo, dalla sublime naturalezza con cui la zia Anna aveva pronunciato quelle due parole, e dando al suo sorriso un'espressione calda e riconoscente, le disse:

- Voi già siete sempre la stessa Anna di ora è mezzo secolo: neppur gli anni v'hanno potuto dare un pochino d'egoismo; morrete impenitente.

Il dottor Thom era buono, era dolce: ma non amava molto arrestarsi sulla tenerezza.

- È affar finito, dunque; verrò io stesso a Londra per salutarvi prima della vostra partenza. Venite a vedere il mio giardino, e voi, Emma, venite a visitare la mia nuova serra: vi farò conoscere molte piante che io qui tengo prigioniere, e che a Madera vedrete fiorire lussureggianti a cielo sereno. Oh, venite, venite; ho ricevuto da quindici giorni un solanum del Brasile che è di una rara bellezza. In Inghilterra non siamo che io e il duca di Devonshire che abbiamo questo solanum.

Si rimase ancora un'ora a Brompton, ma ti confesso che lungo le aiuole linde linde del giardino e nell'aria calda della serra del dottor Thom io pensavo sempre a te e a Madera; e la nuova fase in cui stava per entrare la mia vita mi pareva un sogno. La speranza, la paura, il terrore dell'ignoto, l'affetto per te si facevano così aspra guerra nel mio cuoricino, ch'io di quando in quando udiva le parole del dottore e di mia zia senza intenderle e non sapeva in qual mondo mi fossi.

Vieni a trovarmi, mio William; ora dobbiamo vederci tutti i giorni, finché io rimango ancora in Inghilterra. Verrà pur troppo presto l'oceano a separarci per mesi ed anni.

Mio William, mio solo William, la tua Emma ti aspetta.

 

 




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License