Il raggiratore
    Atto, Scena
1 1, 7| Eraclio, che la cosa è così.~ERAC. Voi non mi venderete lucciole 2 1, 7| mi crede ignorantissimo.~ERAC. Io non dico questo.~DOTT. 3 1, 7| un ignorante, o un furbo.~ERAC. Né l’uno, né l’altro.~DOTT. 4 1, 7| lei causa è in pericolo.~ERAC. Vi dico che la mia causa 5 1, 7| fosse possibile). (da sé)~ERAC. Ho esaminato bene l’articolo, 6 1, 7| duemila scudi di capitale?~ERAC. È verissimo.~DOTT. E di 7 1, 7| frutti al cinque per cento?~ERAC. Non lo nego.~DOTT. Dunque 8 1, 7| Dunque bisognerà soddisfarlo.~ERAC. Ma la causa non la posso 9 1, 7| vossignoria debitore è certo.~ERAC. Va bene.~DOTT. Ha ella 10 1, 7| palazzo di cui si tratta?~ERAC. Lo sapete; io non so dove 11 1, 7| non si potrà sostenere.~ERAC. Ma questa causa non la 12 1, 7| me ne vorrei tagliar una.~ERAC. Tagliatevi quel che volete; 13 1, 7| mi dica almen la ragione.~ERAC. Siete un bel Dottore, se 14 1, 7| Favorisca d’illuminarmi.~ERAC. In questa sorte di liti 15 1, 7| More legali, vorrete dire.~ERAC. Ecco qui, voi altri Dottori 16 1, 7| sentirò volentieri da lei.~ERAC. Da me sentirete di quelle 17 1, 7| proposito di questa causa.~ERAC. In materia di cause ne 18 1, 7| adoperato per gli altri.~ERAC. A un cavalier mio pari 19 1, 7| cavaliere del di lei talento.~ERAC. Noi abbiamo una causa... 20 1, 7| intenutare l’effetto obnoxio.~ERAC. Questo obnoxio è un termine 21 1, 7| DOTT. Vuol dire obbligato.~ERAC. Bene dunque; noi abbiamo 22 1, 7| Non confondiamo i termini.~ERAC. Ed io vi dico, che la causa 23 1, 7| ragione, non ne sarò persuaso.~ERAC. La ragione è questa. Salviano 24 1, 7| imperatore di Costantinopoli.~ERAC. Questo non serve; ma la 25 1, 7| discendenza di Eraclio...~ERAC. E gli farò vedere, che 26 1, 7| Il Po s’inselva nel mare?~ERAC. Voi non sapete altro che 27 1, 7| avere una mente così felice.~ERAC. Dottore, parliamo di cose 28 1, 7| quel che si può). (da sé)~ERAC. Abbiamo due capponi di 29 1, 7| all’economia della casa.~ERAC. Non si dice, che bada all’ 30 1, 7| intrica nelle cose domestiche.~ERAC. I pari miei non hanno l’ 31 1, 7| DOTT. Per esempio le liti.~ERAC. Sì, anche le liti; ma non 32 1, 8| vossignoria illustrissima.~ERAC. Che? non c’è nessuno de’ 33 1, 8| Mi sono preso l’ardire.~ERAC. Quelle due corniole che 34 1, 8| specialmente poi delle liti.~ERAC. Sì, delle liti, delle antichità, 35 1, 8| altro che a peso d’oro!~ERAC. Tacete col vostro Salviano.~ 36 1, 8| bella cosa da fargli vedere.~ERAC. Che cosa avete da farmi 37 1, 8| Due quadri di Raffaello.~ERAC. Di quel bravo, di quel 38 1, 8| ma di Raffaello d’Urbino.~ERAC. Voleva dire di quello. 39 1, 8| che viene con due quadri)~ERAC. Li conoscerò io, se sono 40 1, 8| bene, che non sieno copie.~ERAC. Volete insegnare a me a 41 1, 8| via. Ritornerò a desinare.~ERAC. Trattenetevi un poco; veggiamo 42 1, 8| questi sono due gioje.~ERAC. (Li va osservando con attenzione)~ 43 1, 8| più belli? (a don Eraclio)~ERAC. Aspettate. (cava l’occhiale 44 1, 8| guarda, meno ne sa). (da sé)~ERAC. È vero, sono di Raffaello 45 1, 8| CAPP. D’Urbino, vuol dire.~ERAC. Da Pesaro a Urbino non 46 1, 8| memoria ancora). (da sé)~ERAC. Quanto vagliono questi 47 1, 8| che non sa più che tanto.~ERAC. Si possono aver per poco, 48 1, 8| Raffaello sono rarissime.~ERAC. Sono rarissime, lo so ancor 49 1, 8| sicurezza dietro del quadro.~ERAC. Qui non si tratta di Salviano, 50 1, 8| potessero aver per otto...~ERAC. Per otto zecchini l’uno, 51 1, 8| Di Raffaello d’Urbino?~ERAC. Non so di che mano sia. 52 1, 8| apprezzano dalla grandezza...~ERAC. Lo so ancor io: dalla mano.~ ~ ~ ~ 53 1, 9| Servitore di don Eraclio.~ERAC. Amico, siete venuto in 54 1, 9| di quadro.~CON. Oh belli!~ERAC. Indovinate di che autor 55 1, 9| giudico di Raffaele d’Urbino.~ERAC. Originali, o copie?~CON. 56 1, 9| CON. Originali bellissimi.~ERAC. Così diceva ancor io. Indovinate 57 1, 9| fra questi due). (da sé)~ERAC. Facciamo così, Conte, prendiamone 58 1, 9| peccato lo scompagnarli.~ERAC. Se volete ch’io ve li ceda...~ 59 1, 9| la Contessa mia sorella.~ERAC. Davvero? me ne consolo. 60 1, 9| una sì bella occasione.~ERAC. Portateli nel mio gabinetto, 61 1, 10| Peggio che mai, signore.~ERAC. Eccolo qui; è ostinato 62 1, 10| Eraclio, la ragione vostra?~ERAC. Sovra un principio certo, 63 1, 10| restare senza il palazzo...~ERAC. Tacete. Non è questo solo 64 1, 10| esaminare la natura del debito.~ERAC. Questo conviene esaminare.~ 65 1, 10| è generale, o speciale.~ERAC. E se è generale, non si 66 1, 10| debite solennità, non tiene.~ERAC. Non tiene un contratto, 67 2, 5| Don Eraclio e detti.~ ~ERAC. Vi cerco e non vi ritrovo.~ 68 2, 5| trova. Eccomi, se mi volete.~ERAC. Che cosa vuole costui?~ 69 2, 5| ora a farle una visita.~ERAC. Piano con questa visita. 70 2, 5| Arlecchino)~ARL. Vago subito.~ERAC. Aspettate. (ad Arlecchino)~ 71 2, 5| Arlecchino)~ARL. Aspetto.~ERAC. Tutte le regole patiscono 72 2, 5| Arlecchino)~ARL. Gnora sì.~ERAC. Fermatevi. (ad Arlecchino)~ 73 2, 5| Arlecchino)~ARL. No me movo.~ERAC. Piano con questo nobile 74 2, 5| Conte è pur vostro amico.~ERAC. Amico usque ad baram, che 75 2, 5| Nestore. (ad Arlecchino)~ERAC. Andate, e ditegli che se 76 2, 5| dovere. (ad Arlecchino)~ERAC. Fermatevi. (ad Arlecchino) 77 2, 5| CLA. Lo so benissimo...~ERAC. No, non lo sapete ancora. 78 2, 5| da Ercole, lo vederemo.~ERAC. Come si vedrà?~ARL. Ho 79 2, 5| morir xe deventà matto.~ERAC. Vattene via di qua, temerario. 80 2, 5| colla rocca e col fuso.~ERAC. Parti, ti dico.~ARL. E 81 2, 5| i pugni con una bestia.~ERAC. Vattene, o ti rompo il 82 2, 6| Claudia e don Eraclio~ ~ERAC. Da qui innanzi voglio farmi 83 2, 6| È poi vera questa cosa?~ERAC. Verissima.~CLA. Si può 84 2, 6| liberamente nelle conversazioni?~ERAC. Si può dire, e si può dire 85 2, 6| ricavate queste belle notizie?~ERAC. Il dizionario. (con serietà)~ 86 2, 6| È autor greco o latino?~ERAC. È francese, signora. Io 87 2, 6| fregio della vostra casa.~ERAC. Voi avete un marito che 88 2, 6| Era re di Tebe Ercole?~ERAC. Certo.~CLA. Me ne consolo 89 2, 6| altro sono di casa illustre.~ERAC. Sì certo; vostro padre, 90 2, 6| noi veniam da Pozzuolo.~ERAC. È così senz’altro. Conviene 91 2, 6| crescere il trattamento ancora.~ERAC. Sì certo; almeno il numero 92 2, 6| corrispondono ad un tal grado.~ERAC. Ancora quelle si aumenteranno.~ 93 2, 6| quelle che sono al Monte.~ERAC. Sì, dite bene.~CLA. E non 94 2, 6| vestito solo per comparire.~ERAC. Io pure sono nello stesso 95 2, 6| occorre.~CLA. Denari ne avete?~ERAC. Ora non ne ho, per dirla.~ 96 2, 6| si sieno già consumate.~ERAC. Sì, e anche quelle dell’ 97 2, 6| causa del palazzo come va?~ERAC. Non si può perdere. Tanto 98 2, 6| che avete detto di fare?~ERAC. Non si potrebbe trovare 99 2, 6| prestito?~CLA. Da chi mai?~ERAC. Ho il mio gabinetto che 100 2, 6| da venderefacilmente.~ERAC. Ci sarebbe il Conte che 101 2, 6| cuore. Potete dirglielo...~ERAC. Sarebbe meglio che glielo 102 2, 6| CLA. Perché io, e non voi?~ERAC. A un cavalier del mio sangue 103 2, 6| A vostra moglie nemmeno.~ERAC. Come donna perché no?~CLA. 104 2, 6| glieli averei da chiedere?~ERAC. Per imprestito.~CLA. Con 105 2, 6| CLA. Con qual sicurezza?~ERAC. Con quella della parola 106 2, 6| nostra.~CLA. E se si manca?~ERAC. Non si mancherà mai per 107 2, 6| del modo di soddisfare.~ERAC. Con quella cortesia con 108 2, 6| dunque ch’egli venga da noi.~ERAC. Non sarebbe mal fatto che 109 2, 6| decoro della nobiltà nostra?~ERAC. Ho pensato a quel che diceste 110 2, 6| lodabile.~CLA. Anderò dunque.~ERAC. Sì, andate; e procurate, 111 2, 6| bisogno non si domanda.~ERAC. Dite per fare una spesa 112 2, 6| Colle rendite del Vesuvio.~ERAC. Eh, non è tempo di barzellette.~ 113 2, 6| sulle trentasette città.~ERAC. Andate, se volete; se non 114 2, 6| dell’astuccio). (da sé)~ERAC. Vi raccomando a far presto.~ 115 2, 6| invitarla a pranzo da noi.~ERAC. Sì, certo; quando ci averà 116 2, 6| desinare coi denari suoi.~ERAC. Non perdiamo il tempo. 117 2, 6| procurare li mille scudi.~ERAC. Vado a far inquartare le 118 2, 10| Don Eraclio e detti.~ ~ERAC. Conte, sono venuto ad invitarvi 119 2, 10| ricevere le grazie vostre.~ERAC. Condurrete la Contessina 120 2, 10| entrambi a recarvi incomodo.~ERAC. (Li ha dati?) (piano a 121 2, 10| piano a don Eraclio)~ERAC. (Sollecitate). (come sopra)~ 122 2, 10| più comodo). (come sopra)~ERAC. (Vuol essere bella, se 123 2, 10| riscuotere mille zecchini.~ERAC. Andate subito, non perdete 124 2, 10| Vi servirò alla carrozza.~ERAC. Ho mandato a prendere col 125 2, 10| servitore? senza dirmi niente?~ERAC. Possono tardar poco. Tratteniamoci 126 2, 10| Siete padrone d’accomodarvi.~ERAC. Ehi! avete detto al Conte 127 2, 10| Claudia)~CLA. Non ancora.~ERAC. Sentirete. (al Conte)~CON. 128 2, 10| Qualche novità della causa?~ERAC. Sì! altro che causa! Io 129 2, 11| Eraclio; poi Carlotta~ ~ERAC. Non avete avuto tempo di 130 2, 11| l’adito per poterlo fare.~ERAC. Fatelo presto. Ma avvertite, 131 2, 11| voi, e forse più ancora.~ERAC. Non degeneriamo dal nostro 132 2, 11| è partito per un affare.~ERAC. Ho il piacere anch’io di 133 2, 11| CARL. Sì? come si chiama?~ERAC. Sì! mi chiamo don Eraclio 134 2, 11| città.~CARL. Me ne consolo.~ERAC. Oggi verrete a desinare 135 2, 11| minestra voleva questa mattina.~ERAC. Questo non tocca a voi, 136 2, 12| Possiamo andare, se comandate.~ERAC. Avete riscossi li mille 137 2, 12| qui da me dopo desinare.~ERAC. Fatelo venire da noi.~CON. 138 2, 12| venire da noi.~CON. Vedremo.~ERAC. No, no, con libertà, vi 139 2, 12| Vi supplico sollecitare.~ERAC. Subito. Andiamo.~CON. ( 140 2, 12| grazie. (gli la mano)~ERAC. Io servirò questa giovanotta.~ 141 2, 12| caricatura don Eraclio)~ERAC. Mi guardate in un modo... 142 2, 12| si stacca da don Eraclio)~ERAC. Favorite. (le offre nuovamente 143 2, 12| sono né losca, né zoppa.~ERAC. È una bella caricatura! ( 144 3, 12| Don Eraclio e detti~ ~ERAC. Conte, ho ordinato in tavola.~ 145 3, 12| ricevere le grazie vostre.~ERAC. Dov’è la Contessina vostra, 146 3, 12| chiamarla quando sia in tavola.~ERAC. Ho una bottiglia di Canarie 147 3, 12| noi un breve ragionamento.~ERAC. In giorno di tanta festa 148 3, 12| piano a don Eraclio)~ERAC. È venuto l’amico vostro 149 3, 12| Conte)~CON. Non si è veduto.~ERAC. (Vuol andar male, io dubito). ( 150 3, 12| per compiacervi. Sediamo.~ERAC. Passate di qua, Conte, 151 3, 12| resterete più consolato.~ERAC. Dite pure. (Se venissero 152 3, 12| causa del palazzo è perduta.~ERAC. Se non la posso perdere!~ 153 3, 12| palazzo non è più vostro.~ERAC. E dove anderà ad abitare 154 3, 12| delle trentasette città.~ERAC. Ma perché darmi una sì 155 3, 12| quiete, con maggior piacere.~ERAC. Consolatemi, amico. Fate 156 3, 12| può essere il suo rimedio.~ERAC. Voi ci potete aiutare. ( 157 3, 12| quell’unica vostra figliuola!~ERAC. Come?~CLA. In qual modo?~ 158 3, 12| Tacete voi. (a donna Metilde)~ERAC. Non mi dispiace il progetto; 159 3, 12| per il palazzo almeno.~ERAC. Non vorrei che mi si facesse 160 3, 12| migliore di questa, signora.~ERAC. Ah Conte, sapete voi chi 161 3, 12| stato vostro infelice...~ERAC. Sapete voi che ho il sangue 162 3, 12| Che vorreste dire perciò?~ERAC. Siete Conte, siete nobile, 163 3, 12| ciò accadesse). (da sé)~ERAC. Caro amico, non vi è altro 164 3, 12| forse un bottegaio ancora?~ERAC. Morirei disperato.~CON. 165 3, 12| precipitare più al fondo.~ERAC. Nobilissima dama, che dite 166 3, 12| risolvete? (a don Eraclio)~ERAC. Non saprei... Son confuso.~ 167 3, 12| satollarvi. (a don Eraclio)~ERAC. Ah, la nobiltà è un gran 168 3, 12| stato nostro è infelice.~ERAC. Orsù, facciasi un’eroica 169 3, 15| Claudia e donna Metilde~ ~ERAC. Già il Conte mi ha detto 170 3, 15| ho lo stomaco rovinato.~ERAC. Avrete modo di confortarlo. 171 3, 15| cagione delle vostre pazzie.~ERAC. Non mi guastate ora il 172 3, 15| Conte non è un villano.~ERAC. Mi farò dir meglio le cose 173 3, 16| villa). (piano a Carlotta)~ERAC. Venite qui, Contessina, 174 3, 16| incomodo. (a don Eraclio)~ERAC. La voglio qui, vi dico.~ 175 3, 16| a lei) (da sé, e siede)~ERAC. Conte, vicino alla sposa.~ 176 3, 16| del Dottor della villa.~ERAC. In principio di tavola 177 3, 16| CON. Contessina! (ironico)~ERAC. Eccovi dell’altra zuppa.~ 178 3, 16| mangia velocemente)~ERAC. Qual è la minestra che 179 3, 16| Servitore porta i capponi)~ERAC. Ecco i capponi; Conte, 180 3, 16| se ne mangiano di questi.~ERAC. Sapete trinciare voi? ( 181 3, 16| grande abilità, per dirla.~ERAC. Voi, Dottore, sapete trinciare?~ 182 3, 16| Che vuol dir trinciare?~ERAC. Tagliare, far le parti, 183 3, 16| mani)~CON. Fermatevi, dico.~ERAC. Non me lo rovinate. (leva 184 3, 16| pensateci bene prima di farlo.~ERAC. Lasciatemi mangiare per 185 3, 17| CON. E chi è che mi vuole?~ERAC. Sarà quello dei mille zecchini. 186 3, 17| la bella scena). (da sé)~ERAC. Vediamolo chi è, fatelo 187 3, 17| padroncina). (da sé, e parte)~ERAC. Se fosse quello che vi 188 3, 17| signori.~CARL. Mio padre.~ERAC. Un villano? che vuoi tu 189 3, 17| traccia de’ miei figliuoli.~ERAC. E dove sono i figliuoli 190 3, 17| qui: Pasquale e Carlotta.~ERAC. Come! (tutti s’alzano)~ 191 3, 17| Nestore è Pasquale suo figlio.~ERAC. Ercole, Ercole, dove sei?~ 192 3, 17| conoscere chi sono. (parte)~ERAC. Sangue degli Eraclidi assassinato!~ 193 3, 17| piatto di ravanelli. (parte)~ERAC. Ercole, Ercole, dove sei?~ ~ ~ ~ 194 3, 18| condotta. (a don Eraclio)~ERAC. A me rimproveri? Chi faceva 195 3, 18| siamo entrambi precipitati.~ERAC. Signor Dottore, che sarà 196 3, 18| assai, il palazzo è perduto.~ERAC. Dove anderò a ricovrarmi?~ 197 3, 18| seguro, un logo comodo.~ERAC. Dove mai?~ARL. All’ospeal 198 3, 18| ARL. All’ospeal dei matti.~ERAC. Ah sì, mi rimprovera ognun
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