Carlo Goldoni
La fiera di Sinigaglia

ATTO PRIMO

SCENA PRIMA   Piazza o sia centro della Fiera con varie botteghe, fra le quali una bottega di caffè, una di chincaglie, una di panni e sete ecc. Da una parte locanda con finestra, dirimpetto alla bottega da caffè.   Il Conte Ernesto sedendo al Caffè, Lisaura per la Fiera, Lesbina sulla porta della sua Bottega, Giacinta alla finestra della sua Locanda, Orazio alla sua Bottega di panni, Prospero alla sua Bottega di chincagliere, Griffo passeggiando.

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ATTO PRIMO

 

SCENA PRIMA

 

Piazza o sia centro della Fiera con varie botteghe, fra le quali una bottega di caffè, una di chincaglie, una di panni e sete ecc. Da una parte locanda con finestra, dirimpetto alla bottega da caffè.

 

Il Conte Ernesto sedendo al Caffè, Lisaura per la Fiera, Lesbina sulla porta della sua Bottega, Giacinta alla finestra della sua Locanda, Orazio alla sua Bottega di panni, Prospero alla sua Bottega di chincagliere, Griffo passeggiando.

 

 

TUTTI

 

 

 

Dove sono i tempi andati?

I negozi son spiantati,

E la Fiera - questa sera

Bene o mal terminerà.

 

LIS.

Poverina, - son meschina,

Chi mi aiuta per pietà?

Amorosi, generosi,

Fate a me la carità.

 

ORA.

} a tre

Chi vuol comprare, stringa il contratto;

L'ultimo giorno chi ha fatto, ha fatto:

Tutti procurino sollecitar.

PROS.

GRI.

LESB.

Volete caffè?

Venite da me.

Rosolio perfetto

Chi brama gustar?

 

GIAC.

In questa locanda

Chi brama alloggiar?

Con pochi quattrini

Vi faccio scialar.

 

LESB.

} a due

È l'ultimo giorno

Si a buon mercato;

E quel ch'è restato

Lo voglio donar.

 

GIAC.

 

GRI.

Venditori, - compratori,

Del sensale - principale

Vi potete approfittar.

 

TUTTI

Passa il tempo, e se ne va;

E la Fiera - questa sera

Bene o mal termine.

 

 

CON.

Ehi! dite, quella giovane. (a Lisaura, alzandosi da sedere)

 

LIS.

Signore.

 

CON.

Cercate un qualche aiuto?

 

LIS.

Veramente

È grande il mio bisogno,

Ma son nata civile, e mi vergogno.

 

CON.

Disponete di me: del conte Ernesto

Fate pur capitale:

In ricchezze e in buon cor non vi è l'eguale.

Per tutta la Romagna

Conosciuto è il mio nome, e rispettato.

 

GRI.

(Sì, da tutti si sa ch'è uno spiantato). (da sé)

 

LIS.

A voi mi raccomando,

Ho bisogno di tutto.

 

CON.

Sì, ho capito.

Giacinta.

 

GIAC.

Che comanda?

 

CON.

A questa giovane

Date un appartamento,

E il suo mantenimento

Datele da par mio.

 

GIAC.

E chi paga, signor?

 

CON.

Pagherò io.

 

GIAC.

Ma il danar che mi deve?

 

CON.

Eh, ragazzate! (voltandole le spalle)

Lesbina. (chiamandola)

 

LESB.

Comandate.

 

CON.

A questa forastiera

Date mattina e sera

E caffè, e cioccolata.

 

LESB.

Saldi prima il suo conto.

 

CON.

Eh via, sguaiata. (volgendole la schiena)

Griffo. (chiamandolo)

 

GRI.

Sono a servirla.

 

CON.

A quella donna

Voglio fare un vestito, e regalarle

Voglio una tabacchiera.

Andate subito

Da Prospero e da Orazio;

Dite loro, in mio nome,

Che vi dian quel che occorre.

 

GRI.

Favorisca:

I debiti con essi ha ancor saldati?

 

CON.

Non mi state a seccar, saran pagati.

 

Se si desta al rumor delle schiere,

Stringe il ferro il guerriero più ardito;

E all'invito - dell'armi - già parmi

Che feroce sen corra a pugnar.

Io non sono, mia bella, così,

Perché ho il cor di pietade ripieno;

E vien meno - se chiedegli aita

La bellezza che sa lacrimar. (parte)

 

 

 

 


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