Carlo Goldoni
La fiera di Sinigaglia

ATTO SECONDO

SCENA TERZA   Prospero, poi Griffo

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SCENA TERZA

 

Prospero, poi Griffo

 

PROS.

La sua fede e il suo core,

Il suo cortese amore,

Può far le voglie mie contente e liete,

Ma più assai gradirò le sue monete.

Chi l'avesse mai detto

Ch'ella avesse danari, e si fingesse

Povera a questo segno?

Ma così deve far chi ha dell'ingegno.

GRI.

Ma caro signor Prospero,

Vi cerco e non vi trovo; quell'amico,

Che brama ipotecare il suo cotone,

Del negozio vorria la conclusione.

PROS.

Vi dirò: ci ho pensato.

L'altr'ieri ne ho comprato

Una grossa partita da un mercante

Col danaro contante. Ancor lo faccio

In dogana tener per conto mio,

E di più caricar non mi vogl'io.

GRI.

Voi mi deste parola, ed i mercanti

Non deggiono mancar.

PROS.

Son galantuomo,

Mancar non sono avvezzo. Mi dispiace

D'averne in quantità; ma se vi preme,

Fate che il proprietario,

Con tutte l'altre condizioni espresse,

Cresca a me qualche cosa d'interesse.

GRI.

Volete ancor di più?

PROS.

Qualche cosetta;

Di poco io mi contento:

Basta ch'egli mi cresca un due per cento.

GRI.

Il quattordici adunque

S'ha da pagar?

PROS.

Che dite?

Il quattordici a me? Non son sì ghiotto:

Mi contento dell'otto; ed il restante

Voi sapete cos'è,

E un sensal come voi saprà il perché.

 

 

 


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