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Che Prospero tra un po' dee qui portarsi. Vo' aspettarlo qui intorno, e potria darsi Che a forza di lusinghe e di moine Mi riescisse un dì trarlo al mio fine. Costui non mi dispiace, e i suoi contanti, Potriano i giorni miei render brillanti. Mi ci voglio ingegnar; sol mi dà pena, Ch'essendo troppo avaro, Più che a una bella ei fa corte al danaro. Se questo all'arti mie poi non si move, Son giovinetta alfin, che mai sarà? Forse un altro miglior capiterà.
Chi mi vuole, innalzi un dito, Ma si sappia, ch'io lo voglio |