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ATTO SECONDO
SCENA SEDICESIMA Luogo remoto verso le mura della Cittą, con fabbriche rovinate. Prospero, vestito alla greca, e Lesbina
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Luogo remoto verso le mura della Città, con fabbriche rovinate.
Prospero, vestito alla greca, e Lesbina
LESB. |
Venite, e non temete. Già nessun sa chi siete; Non vi conosceria nemmeno un cieco. |
PROS. |
Il timor mi avvilisce, e questo peso Fa ch'io non possa accelerare il passo. |
LESB. |
Cosa avete là sotto? |
PROS. |
Niente, niente. |
LESB. |
Che uomo diffidente! |
PROS. |
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LESB. |
Questo fu sempre degli avari il vizio, Corrispondere ingrati al benefizio. Siete da me venuto Per gli scrocchi e le usure andar prigione. Così vi ho travestito, ed ho mandato |
PROS. |
No, di voi non ho dubbio; so che siete |
LESB. |
Anzi di sollevarvi avrò piacere. Date qui. |
PROS. |
Non vorrei Che fossimo veduti. |
LESB. |
Non temete: |
PROS. |
Fin che torna colui che dell'imbarco Ci ha da recar l'avviso, entrar possiamo Del tutto rovinata. |
LESB. |
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PROS. |
(Celerò colà dentro il mio danaro). (da sé) Ma quant'è che è partito |
LESB. |
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PROS. |
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LESB. |
Non ancora. |
PROS. |
Lasciatemi veder. (chiede l'orologio) |
LESB. |
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PROS. |
Così ci vedo poco. Lo vorrei nelle mani. |
LESB. |
Oh, signor no: |
PROS. |
(Mi sta sul core). (da sé)
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LESB. |
Con chi vi ha beneficato? Questa è troppa crudeltà. |
PROS. |
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LESB. |
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PROS. |
Non è ver, son miserabile. |
LESB. |
Ma là sotto? |
PROS. |
Non c'è niente. |
LESB. |
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PROS. |
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a due |