Carlo Goldoni
La buona famiglia

ATTO PRIMO

SCENA QUINTA

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SCENA QUINTA

 

Costanza, Isabella, Anselmo, Lisetta

 

COST. È amorosissimo quel ragazzo.

ANS. È figlio di buona madre.

COST. Ha tutte le massime di suo padre.

ISAB. E così, signor nonno, che cosa mi prepara di bello?

ANS. Vi dirò, figliuola mia, è vero che avete padre e madre che non vi lascieranno mai mancar niente, e un fratello da cui col tempo potete sperare assai; ma io non voglio che nessuno abbia da incomodarsi per voi. Non si sa come andar possano le cose di questo mondo. Ho avuto un'eredità mia particolare di diecimila scudi; questi gl'investo in un capitale in nome vostro, con condizione che i frutti vadano in aumento del capitale, fino che siate in grado di prender stato.

COST. Caro signor suocero, questa è una gran bontà che avete per il vostro sangue.

LIS. Mi fa piangere per tenerezza.

ISAB. E se io non avessi volontà di escir di casa, ho da perdere dunque?

ANS. In questo caso... cara Isabellina, non voglio mica che perdiate il frutto dell'amor mio. In età di trent'anni, se non siete ancor collocata, lascierò che possiate disporre.

ISAB. Disporrà il signor nonno.

ANS. Eh, io non ci sarò più, figliuola.

ISAB. Signor sì che ci ha da essere.

ANS. Sono un pezzo in , cara... Basta, non parliamo di malinconie; fino che vuole il cielo, e niente di più...

 

 

 


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