Carlo Goldoni
La buona famiglia

ATTO SECONDO

SCENA OTTAVA

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SCENA OTTAVA

 

Lisetta e Nardo

 

NAR. Non sapete niente voi, che cosa sia accaduto fra il padrone e la padrona?

LIS. No certo, non so niente io.

NAR. Son curiosissimo di saperlo.

LIS. Vedete? Questa curiosità non istà bene. Avrete sentito dir cento volte, che i curiosi sono in odio delle persone; e se lo sapranno i padroni, vi perderanno l'amore.

NAR. Non cercherò altro dunque. Mi dispiace, che non li vedo allegri secondo il solito.

LIS. Vi pare che sieno adirati?

NAR. Almeno lo erano, se non lo sono.

LIS. Avete sentito niente di quel che dicevano?

NAR. Sono arrivato che c'era il vecchio; ma prima avevano taroccato; ero nell'altra camera, e qualche cosa ho sentito.

LIS. Che cosa avete sentito? Ditemelo, caro Nardo.

NAR. Quando sono entrato io, avevano ancora le lagrime agli occhi.

LIS. Qualche gran cosa convien dir ci sia stata.

NAR. Non si guardavano nemmeno.

LIS. E il vecchio, che cosa diceva? Dalle parole del vecchio si potrebbe venire in cognizione di qualche cosa.

NAR. Non mi ricordo bene che cosa dicesse.

LIS. Pensateci un po', se vi sovvenisse qualche parola.

NAR. Ma non dite voi, che i curiosi sono in odio delle persone?

LIS. La cosa sta qui fra noi. Essi non l'hanno a sapere.

NAR. Dunque il bene ed il male sta nel saper fare, a quello che dite voi, nel sapersi nascondere.

LIS. Non m'imbrogliate il capo con certe sottigliezze che non capisco. Pensava io fra me stessa, che possano aver gridato per ragione dell'interesse, perché i nostri padroni sono persone buonissime, ma sono attaccati all'interesse ben bene.

NAR. Non manca niente però in casa, e a noi ci danno un buon salario, e anche fanno qualche spesuccia.

LIS. Eh, sì sì; ma so io quel che dico... e potrebbono anche aver gridato per i figliuoli, perché credo che il padre non voglia pensare a maritar la figliuola, ed ella può darsi abbia il solletico, e l'abbia confidato alla madre.

NAR. Tutto può essere, ma non c'è fondamento.

LIS. Io penso un pezzo in qualche volta.

NAR. E mi pare che diate nella mormorazione.

LIS. Uh, povera me! questa linguaccia qualche volta sdrucciola nel antico. Non ne parliamo più, Nardo mio. Non sappiamo quello che passi fra di loro, ci possiamo ingannare; bensì per l'avvenire voglio che stiamo vigilanti ben bene per rilevar, se si può, il principio di questa picciola differenza.

NAR. Se sapranno la nostra curiosità, ci perderanno l'amore.

LIS. Ma io lo faccio per amore soltanto... Oh, è stato picchiato. Anderò a vedere...

NAR. Io, io ci anderò.

LIS. Ecco, voi ci andate per curiosità.

NAR. E questa è un'altra mormorazione. (parte)

 

 

 


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