Carlo Goldoni
La buona famiglia

ATTO SECONDO

SCENA TREDICESIMA

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SCENA TREDICESIMA

 

Raimondo di dentro, e detti

 

RAIM. C'è o non c'è il signor Fabrizio?

ANG. Meschina me! eccolo. (ritirandosi indietro)

FABR. Trattenetelo un poco. (a Nardo)

NAR. Sì signore. Dirò che fate una cosa. (parte)

ANG. Lasciate ch'io mi ritiri, per carità.

FABR. Ma non vorrei che facessimo peggio.

ANG. S'ei non lo sa, non vi è pericolo.

FABR. Cara signor'Angiola...

ANG. Qui non c'è altro che dire. Vo' ritirarmi. Se voi sarete indiscreto a segno di disvelarmi, può essere che ve ne abbiate a pentire. (s'accosta alla camera)

FABR. Andate da mia moglie frattanto.

ANG. Bene, bene.

FABR. Per di .

ANG. O di qua, o di ...

FABR. Ma no, è il mio studio quello.

RAIM. Ditegli che mi preme, vi dico. (di dentro, forte)

ANG. (Corre a ritirarsi nella camera figurata lo studio)

 

 

 


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