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ANS. Non può essere, vi dico, non può essere. Costanza non è donna capace...
FABR. Ma se l'ho trovata io da sola a solo col signor Raimondo; e appena mi ha veduto, si è ritirata.
ANS. Ma che cose mai, caro figlio, vi passeggiano per il capo? Parlerò io con mia nuora. Mi comprometto di sapere la verità.
FABR. Siete voi certo, che la voglia dire?
ANS. Se non ha mai detto una bugia in tutto il tempo che è in casa nostra!
FABR. È vero, nemmeno per ischerzo si è mai sentita a dire bugia.
ANS. Eh, io vo vedendo da che procede il male. Quelle gioje! quelle gioje! Tanto ella che voi, compatitemi, non dovevate impacciarvi con gente cattiva. Portano costoro la peste col fiato dov'essi vanno. Andiamo a desinare, che ormai non mi posso reggere in piedi. Vi prego, a tavola dissimulate, sospendete ogni dubbio fin ch'io le parli; vedrete che la cosa sarà come dico io...
FABR. Chi viene?
FABR. Altro che Nardo! il signor Raimondo. Che stato sia da mia moglie?
ANS. Pensate se vostra moglie vuol ricevere il signor Raimondo. Non ve lo sognate nemmeno.