Carlo Goldoni
La buona famiglia

ATTO TERZO

SCENA DODICESIMA

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SCENA DODICESIMA

 

Franceschino ed Isabella

 

ISAB. Mi dispiace che l'arcolaio è nella camera mia, e si passa per quella della signora madre. Se l'avessi qui, vorrei dipanare.

FRANC. In quel cassettino ci suol essere qualche libro. Voglio vedere, che ci divertiremo un poco. (Va al cassettino di un tavolino)

ISAB. Fossevi almeno qualche libro bello. Il Fior di virtù mi piace.

FRANC. Oh, sapete che c'è nel cassettino?

ISAB. Che cosa?

FRANC. Delle ciambelle, dei zuccherini e dei frutti.

ISAB. Chi le ha messe mai costì quelle buone cose?

FRANC. Il signor nonno, cred'io.

ISAB. Che le abbia messe per noi?

FRANC. Può essere: ne ha sempre di queste galanterie.

ISAB. Ora che ho fame, me le mangierei tutte.

FRANC. Anch'io, ma senza licenza non si toccano.

ISAB. No certo; mi ricordo ancora una volta, che la signora madre, per aver preso una pera, mi ha dato uno schiaffo.

FRANC. Io morirei di fame, più tosto che pigliare da me senza domandare.

ISAB. Ma vorrei che si andasse a tavola. È passata l'ora e di dell'ora.

FRANC. Lisetta torna. Ci saprà dire.

 

 

 


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