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Sandrina, poi il Cavaliere Armidoro
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   SAN.  | 
  
  
   Sì, signore. Affé, non son sì pazza; Anch'io son tal ragazza  | 
 
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   SAN.  | 
  
   La riverisco.  | 
 
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   Siete voi del recinto?  | 
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   SAN.  | 
  
   Sì, signore.  | 
 
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   SAN.  | 
  
  
  
   A portar queste frutta alla signora. (accennando i cesti)  | 
 
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   Si può veder?  | 
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   SAN.  | 
  
   Chi siete?  | 
 
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   Il cavaliere Armidoro son io, cui la Marchesa  | 
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   SAN.  | 
  
   Mi consolo, signor, vado a servirla. Oh, che la mia padrona È tanto, è tanto buona. Con lei certo sarete fortunato,  | 
 
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   Il Marchese?  | 
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   SAN.  | 
  
   Signore...  | 
 
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   Meco parlar potete.  | 
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   SAN.  | 
  
   Vel dirò in confidenza; ma tacete.  | 
 
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   SAN.  | 
  
  
   Di certa simoncina Che fa la giardiniera. Non si sa Dove sia nata, né di chi sia figlia. Ed ei non si vergogna,  | 
 
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   Possibil che ciò sia?  | 
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   SAN.  | 
  
   Ve l'assicuro.  | 
 
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   SAN.  | 
  
   È tanto vero, E con tal fondamento ora vi parlo, Che anche sull'onor mio posso giurarlo. 
 Sono una giovane, Che in vita mia Tacciar non possono D'una bugia; Il mio padrone... La giardiniera... Ma più di questo Non voglio dir.  |