IntraText Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
PASQUAL. Lustrissimo. (si alza)
OTT. No, state fermo; non vi movete. (si accosta alla moglie, che gli dà in mano sei zecchini)
PASQUAL. La lustrissima siora marchesa se degna de ziogar con mi.
PASQUAL. A bazzega, per servirla.
OTT. Oibò. Questo è un gioco da ragazzi. Venite qua, giochiamo a un gioco più bello.
OTT. Anch’io giocherò con voi.
PASQUAL. La se degna de ziogar con mi?
OTT. Sì, siete un mercante; siete un galantuomo; potete stare a tavolino con me. Non siete più il figlio di Catinello.
PASQUAL. Grazie a la bontà de vussustrissima. A che ziogo vorla ziogar?
OTT. A un gioco facile, facile. Alla bassetta.
PASQUAL. Ghe ne so poco, e sempre perdo.
OTT. Ora vincerete. Ecco sei zecchini di banco.
PASQUAL. O co beli! I par tuti dei mii.
OTT. Li ho riscossi ora da un affittuale.
BEAT. Via, tagliate, che metterò anch’io. (al Marchese)
PASQUAL. La m’insegnerà ela a meter.
BEAT. Sì, fate come faccio io. Due a un zecchino.
PASQUAL. Un zechin xe tropo. (il Marchese va mescolando le carte)
BEAT. Eh, che lo vogliamo sbancare questo signor tagliatore, e poi voglio che facciamo una bella merenda.
PASQUAL. Son qua. Do a un zechin. (il Marchese fa il taglio, sfoglia, e il due vien primo)
PASQUAL. Va anca mi. (il Marchese seguita a sfogliare)
OTT. Ecco il due: avete perso.
BEAT. Va il terzo due a quattro zecchini.
PASQUAL. Va, caspita, a quattro zechini.
OTT. Va, non mi fate paura. Eccolo. Avete perso. (come sopra)
BEAT. Se siete giocatore, va il quarto.
OTT. Oh, il quarto non voglio.
OTT. Eh, qui dentro non v’è nissuno. Va. (come sopra)
BEAT. Va sei zecchini. Pasqualino, metteteli su.
BEAT. Non mi voglio scaldare con mio marito. Metteteli voi.
PASQUAL. Va al quarto do sie zechini.
OTT. Ecco il quarto, avete perso.
PASQUAL. Sì ben. Va do a diese zechini. (il Marchese mette un due nel mazzo, e sfoglia)
OTT. Siete sfortunato. Ecco il quinto due.
OTT. No basta così. Vedo che vi scaldate. Non voglio che perdiate troppo. Un’altra volta giocherete con più fortuna. (si alza)
BEAT. Anch’io ho perso per conversazione.
PASQUAL. Cossa disela de quel do? El quarto do, el quinto do.
PASQUAL. E tuti i me toca a mi. Perdo sempre. Ah, mia mugier dise ben! No ziogar, che ti perderà la camisa.
OTT. Questa che avete fatto con me, non è perdita che vi possa incomodare.
PASQUAL. Uno e do tre, e quattro sette, e sie tredese, e diese vintitrè zechini in un tagio no xe poco.
OTT. Almeno li avete persi con un cavaliere; almeno potrete dire: ho giocato a tavolino col marchese di Ripaverde. (parte)
PASQUAL. Da qua diese zorni la me li darà, n’è vero, i mii dodese zechini? (alla Marchesa)
BEAT. Ve li darò. Di che avete paura? Non è poco onore per voi l’aver prestato denari ad una dama mia pari. Potrete gloriarvi di aver fatto un piacere alla marchesa di Ripaverde. (parte)