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ATTO SECONDO
SCENA TREDICESIMA Bosco corto con sedili d'erbe. Buovo, poi Menichina e poi Striglia
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Bosco corto con sedili d'erbe.
Buovo, poi Menichina e poi Striglia
BUO. |
Come un cane arrabbiato Vado fremendo in questa parte e quella Senza trovar riposo. Ah donna ingrata, Dopo tante promesse e giuramenti, |
MEN. |
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BUO. |
Tu me l'hai ben ficcata! |
MEN. |
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BUO. |
Non tormentarmi più. |
MEN. |
Non mi far più penar. A chi t'adora |
BUO. |
Mi struggo anch'io di rabbia e di veleno. Peggior d'un basilisco. Io spiro fuoco Dalla bocca, dagli occhi, ed un ardente Mongibello ho nel sen. |
MEN. |
Un ingrato tu sei Anche peggior di lei. Piango, ti priego, e tu più duro assai |
BUO. |
Oh che tormento! Adesso io sono Agitato di molto: |
MEN. |
Crudelaccio, m'inganni. |
BUO. |
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MEN. |
Vado, ma dammi prima un'occhiatina. |
BUO. |
Eccola. Vanne. |
MEN. |
Un'altra. |
BUO. |
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MEN. |
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BUO. |
Ma presto. |
MEN. |
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BUO. |
Se fossi in libertà. Ma troppo è fitto Il dardo al cor. Drusiana ingrata, io peno, Io per te moro, oimè! Par che non possa Più sostenermi in piè. Manco, vacillo. Dove son? che risolvo? Ah, voi per poco, Qualche triegua donate a' miei furori. (Si getta a sedere)
Di quel rio, Lo spirar de' venticelli, |
MEN. |
Di quel rio; E il soffiar de' venticelli, E il cantar de' vaghi augelli,
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In tali circostanze |
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MEN. |
Oh, tu non sai Come è fuori di sé! |
BUO. |
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Di dormir non è tempo. All'armi, all'armi. Parlai con più di dieci Capi di queste ville, e tutti sono A far per voi una sollevazione. |
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MEN. |
Anch'io mi comprometto Ho anch'io più d'un parente, |
La favola che abbiamo |
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MEN. |
Convien farvi veder risuscitato. |
BUO. |